A piecewise constant Mayer cost function is used to model optimal control problems in which the state space is partitioned into several regions, each having its own Mayer cost value. In such a ...context, the standard numerical methods used in optimal control theory naturally fail, due to the discontinuities and the null gradients associated with the Mayer cost function. In this paper an hybrid numerical method, based on both derivative-free optimization and smooth optimization techniques, is proposed to solve this class of problems. Numerical simulations are performed on some standard control systems to show the efficiency of the hybrid method, where NOMAD and IPOPT are used as, respectively, derivative-free optimization and smooth optimization solvers.
Aspartate transcarbamoylase (ATCase; EC 2.1.3.2) catalyzes the committed step in the de novo synthesis of pyrimidine nucleotides. We investigated the effects of
N-(phosphonacetyl)-L-aspartate (PALA), ...a transition-state analog inhibitor of ATCase, on seedling growth and development, RNA and soluble protein contents, ATCase activity and enzyme protein levels, and
pyrB gene expression in
Arabidopsis thaliana L. cv. “Columbia”. In vitro, PALA was a potent inhibitor of ATCase, with an apparent
K
i = 22 nM. After 5 d of treatment with 1 mM PALA, seedlings exhibited delayed germination, inhibition of cotyledon expansion, leaf development and root growth, and general chlorosis. Total RNA contents of these seedlings were decreased by 81% and total soluble protein contents decreased by 74%, compared with untreated control plants. Levels of
pyrB mRNA increased about tenfold in PALA-treated plants, while ATCase activity and enzyme protein levels increased twofold. Plants grown on media containing a lower (0.1 mM) concentration of PALA did not exhibit significant inhibition of growth until after 9 d of treatment, but had markedly reduced RNA contents (40% of controls) and elevated
pyrB mRNA levels (fourfold increase) after 12 d of treatment.
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GEOZS, IJS, IMTLJ, KILJ, KISLJ, NUK, OILJ, PNG, SAZU, SBCE, SBJE, UL, UM, UPCLJ, UPUK
I disturbi linfovenosi si intrecciano spesso con sintomi multipli ed edema. Non essendo possibile trattare le cause, possono essere ritardate o diminuite solo le complicanze. Per via della loro ...natura refrattaria, il successo del trattamento dipende dall’impegno a lungo termine del paziente. Per via della diversità delle loro forme e delle loro evoluzioni, non può essere proposta nessuna guida esaustiva delle buone pratiche. Il cardine del trattamento si basa sulla triade: drenaggio manuale - pressoterapia pneumatica - sotto elastocompressione. Tutte queste cose applicano una pressione intermittente. Da solo, nessun metodo ottiene dei risultati soddisfacenti; la loro combinazione avviene in tre modi: sostitutivo, suppletivo, conservativo. Una pressoterapia pneumatica può sostituirsi a una pompa muscolare deficitaria, un drenaggio può accentuare l’effetto di un bendaggio e un bendaggio elastico di decongestione può essere sostituito da uno inestensibile di mantenimento. Per regolare al meglio la strategia di trattamento, bisogna seguire quattro principi. Il primo stabilisce il valore di pressione da esercitare a partire dall’insufficienza venosa, dalla reversibilità e dalla consistenza dell’edema. Il secondo raccomanda di concentrare l’azione sulla zona patologica. Il terzo determina il tipo di approccio: anterogrado in una patologia venosa e su un edema reversibile/ridotto e retrogrado in fase di riduzione di un linfedema irreversibile. Il quarto orienta lo scorrimento cutaneo in direzione centripeta su una zona sgonfia/sana e in direzione centrifuga su una zona edematosa. Il programma di decongestione comporta quattro fasi: una iniziale di riduzione standard, una intensiva per gli edemi ricorrenti/refrattari, una di consolidamento e una preventiva di recidiva. Il successo dell’impresa richiede la competenza di un massaggiatore-fisioterapista e l’uso di un mezzo di mantenimento. Questo può essere standard, se l’arto non è deformato. Dopo una prova, il paziente ne acquista due: uno da portare sempre e un altro da lavare e asciugare.
La rieducazione supervisionata dell’arteriopatia degli arti inferiori costituisce un trattamento di prima linea. Essa riduce i rischi cardiovascolari. Pertanto, la sua pratica è da proseguire fin ...quando l’arteriopatico è in vita. I suoi obiettivi primari consistono nell’attenuare l’impatto dei diversi fattori di rischio e nel superare l’apprensione dell’arteriopatico. Il suo contenuto dipende dalla differenziazione tra ischemia da sforzo e a riposo. Quando il dolore compare solo allo sforzo, lo scopo principale della rieducazione è il recupero, realistico, della deambulazione. Il suo principale criterio di efficacia è il miglioramento del perimetro di marcia. Questo è determinato periodicamente con o senza tappeto rotante. Quando il dolore compare a riposo, la rieducazione mira a mantenere o a recuperare le attività quotidiane di base e, quando le piaghe compromettono la prognosi di vitalità dell’arto, ansia, depressione e amarezza fragilizzano il paziente. L’adesione del paziente e delle persone vicine ne risentono. L’estensione della malattia ad altri territori e l’indebolimento dello stato generale riducono ulteriormente le possibilità della rieducazione. Nonostante ciò, l’obiettivo è di assicurare la massima autonomia. Il protocollo si concentra sulla lotta contro l’edema e sul recupero delle mobilità.