Avranno pazienza i lettori se ancora una volta in questa Rivista - e con ciò ritengo anche di far cosa gradita al valoroso collega e amico Pavao Tekavčić - mi soffermo sull'analisi di due toponimi ...costieri istriani, precisamente Barbariga e Ba rabiga, toponimi i quali, sebbene designino due oggetti geografici distinti e lontani l'un l'altro, abbiano quindi storia e tradizione fra loro indipendenti, risalgono senz'al tro - a mio modesto parere - ad uno stesso etimo. Ma vediamo un po', per ordine, come stiamo con la documentazione.
Nel presente contributo sono stati trattati 22 tipi dialettali presenti in sei dialetti istriani: istrosloveno, ciacavo, istrorumeno, istrioto, istroveneto e il dialetto di Peroj. Le espressioni ...dialettali sono state eccerpite da monografie, dizionari e atlanti linguistici. Per ogni concetto esposto si è cercato di presentare la corrispondente dialettale in diversi punti d’inchiesta. Nonostante la presenza dei lessemi esposti pressappoco in tutti i dialetti istriani la loro etimologia prossima e il modo di adottamento non è unitario. I romanismi più recenti nel dialetto istrosloveno e in quello ciacavo sono stati adottati direttamente dall’istroveneto, quelli più antichi sono stati imprestati nell’epoca preveneziana, i parlanti istrorumeni li hanno accettati tramite il dialetto ciacavo (il prestito diretto dall’istroveneto è rarissimo), pochissimi dall’istrosloveno; gli abitanti di Peroj li hanno accolti in una prima fase dall’istrioto, successivamente dall’istroveneto ma in maggior parte dal ciacavo. Le suddette espressioni, presenti in istrioto, benché fortemente venetizzate (sia con l’adottamento dall’istroveneto che dall’addattamento ai modelli veneti) presentano lo sviluppo autonomo di questo dialetto dal latino volgare (romanzo).
Pomiano è un paesino dell’Istria slovena i cui abitanti mantengono tuttora viva la parlata locale, un dialetto di tipo savrino (o saurino) che insieme alle parlate risanesi è parte integrante del ...dialetto istrosloveno. La parlata dialettale di Pomiano, che di base ha una genesi slovena, è intrisa di prestiti romanzi che gli istriani di origini slave fecero propri sin dai primi insediamenti nel VII secolo, attingendoli dalla lingua della popolazione autoctona romanzofona distribuita nei centri urbani della costa istriana. La lingua degli istriani residenti nell’entroterra di Capodistria, Isola e Pirano risentì dunque inizialmente del cosiddetto romanzo istriano, evoluzione della varietà di latino parlata nella regione, mentre con la dominazione veneziana il contatto linguistico tra mondo slavo e romanzo divenne all’insegna del dialetto istroveneto, che fino alla fine della Seconda guerra mondiale funse da koinè degli abitanti dell’Istria. Nel presente contributo si intende presentare una selezione di romanismi in chiave diacronica. A tal fine, i prestiti che il noto dialettologo sloveno Tine Logar attestò nel 1957 nella località di Pomiano sono stati posti a confronto con quelli rinvenuti tra i parlanti dialettali coinvolti nelle indagini dialettologiche che l’autrice ha svolto in tempi ben più recenti nella medesima area. Ne sono derivate 28 schede etimologiche in cui si è proceduto ad appurare se i romanismi in uso a Pomiano oltre sessant’anni fa siano tuttora noti agli abitanti di oggi e da questi regolarmente utilizzati. Al contempo, le schede danno conto della diffusione in altre località dell’Istria slovena delle espressioni qui raccolte, anche ricollegandole alle rispettive forme originarie, che sulla scorta dei raffronti operati con l’italiano triestino, il veneziano e l’italiano standard risultano essere di matrice prevalentemente istroveneta. Ciascuna scheda etimologica si conclude infine con l’indicazione dell’ultima fonte in cui una data voce è stata rilevata. Dall’analisi lessicale diacronica così effettuata è emerso che i parlanti dialettali sono a conoscenza della maggior parte dei romanismi presi in esame e vi fanno tuttora ricorso.
Gli storici locali di lingua italiana che tra l’ultimo quarto dell’Ottocento e lo scoppio della grande guerra studiarono le vicende medievali del Friuli orientale, di Trieste e dell’Istria, erano di ...norma impegnati a reclamare l’italianità di queste regioni. Questo intento comune si concretizzava, però, in forme diverse a seconda dei luoghi che quei ricercatori studiavano: per gli storici friulani si trattava in primo luogo di rivendicare all’Italia Gorizia e, soprattutto, Trieste; per gli istriani era prioritario difendersi dalle ricostruzioni degli studiosi slavi che mettevano in dubbio la tradizione italiana della regione; per i triestini, infine, la necessità di difendere l’italianità cittadina, già sentita nel corso del secondo Ottocento, divenne più urgente all’inizio del XX secolo, quando più forte si avvertì la minaccia di un’affermazione dell’elemento slavo in città.
Notre recherche « L'exil dans l’œuvre de Fulvio Tomizza » analyse l’œuvre tomizienne au prisme de l'exil, cause et principal sujet de son écriture. L’œuvre tomizzienne fait de l'écriture fictionnelle ...le terrain d'investigation à travers lequel l'auteur s'interroge sur les composantes conflictuelles de son identité multiple que l'exode istrien a mises au jour et accentuées : italianité/slavité, urbanité/ruralité, traditions familiales conservatrices/convictions personnelles progressistes.La recomposition de l'identité narrative de l'auteur suit le cheminement d'une écriture multiforme qui prend trois directions. La première consiste en l'anamnèse de la dimension collective de l'identité de l'auteur, représentée par la configuration romanesque du « piccolo mondo » istrien avant, pendant et après l'exode. Elle se poursuit par des romans et des récits d'inspiration ouvertement autobiographique, caractérisés par une autoanalyse exprimant le drame individuel et psychologique de l'exil, notamment à travers l'écriture onirique. Enfin, les romans historico-documentaires approfondissent l'analyse de l'exil par la décentration partielle de l'objet d'investigation qui transforme l'auteur en enquêteur et juge de drames similaires au sien ayant affecté la vie d'autres individus.
Our research « Exile in Tomizza's work » analyses the author's production through the concept of exile which, as the main cause and subject of his writing, provides a coherent framework for reading it.Tomizza's work uses fiction as a means of investigating the conflicting components of the author's multiple identity that the Istrian exodus revealed and emphasized: Italianness vs Slavness, urbanism vs rurality, conservative family traditions vs progressive personal convictions.The recomposing of the author's narrative identity follows the course of a multiform writing that moves in three directions. The first one consists of the anamnesis of the collective dimension of the author's identity, represented by the fictional setting of the Istrian "piccolo mondo" before, during and after the exodus. From there, it moves on to novels and short stories of openly autobiographical inspiration. These are characterized by a self-analysis that expresses the individual and psychological tragedy of exile, particularly through oneiric writing. Lastly, the historical-documentary novels deepen the analysis of exile through the partial decentering from the object of investigation by which the author is transformed into investigator and judge of dramas similar to his own that affected the lives of other individuals.
Il lavoro presenta un commento linguistico (soprattutto etimologico) ai nomi del pettirosso nelle parlate istriane (istroveneto, istrioto, istrorumeno, croato, sloveno e montenegrino). Abbiamo ...raccolto i nomi in 135 luoghi della regione istro -quameri na (isola di Veglia compresa). Un elenco completo di tutti i nomi raccolti per questa specie verrà data alla fine del saggio. Per non confondere ii lettore le parole di tutti gli idiomi si riportano con la stessa grafia (I'alfabeto croato). L' accento viene segnato come si usa nelle rispettive parlate, tranne per le parole rumene dove si adotta ii sistema croato (perché corrisponde alla realtà fonetica dell' istrorumeno).
Raccolgo qui una piccola scelta di etimi di parole dialettali istriane il cui interesse trascende il mero recupero linguistico. I termini, quando non al trimenti indicato, sono propri del dialetto ...di Buie d'Istria.
Un isolato dialetto del Medio Agordino (La Valle, BL) attesta per 'ginepro' (Juniperus eommunis L., d'altronde compattamente designato come dzené(i)ver, deneore) il termine bozičo che richiama il ...busicio dato già per l'area bellunese dal Soravia (1877, 108). II Pellegrini (1964, 28 enota 51) ne riscontra il perfetto corrispondente del Veneto orientale buzíčo documentato al p. 356 (S. Stino di Livenza) dali' AIS 599 e l'accosta senz'altro al padovano (in realtà piuttosto veneziano di terraferma) brusiehio (eh = (č)!) segnalato dal Patriarchi (1821, ma I'ed. 1775) e che si giustificherebbe con l'intrusione di 'bruciare' dal noto usodi bruciare le bacche della pianta per suffumigi, cfr. il ted. regionale Feuerbaum (su cui Marzell 2/1972, 1091) e anche il tipo brusìn dell'alta Val di Sole (Pedrotti-Bertoldi 1931, 206s.). Si osservi che anche il grande repertorio poliglotta del Nemnich (3/1794, 267) dà esplicitamente brusichio per Venezia. Sul tipo e sull'etimo il Pellegrini ritorna più avanti (1982, 185) riassumendo la bibliografia precedente e aggiungendo documentazioni dall' ASLEF: bo/ič al p. 172 (Chions, PN) e ancora nel friulano occidentale (in pratica sempre nella zona di confine col veneto) sbrodicio, sbradicio a Budoia (AppiSanson 1970, 28);