La già ricca dialettologia italiana, che vanta tante ricerche, studi, riviste, atlanti e altri sussidi ancora, si è arricchita recentemente del volume miscellaneo qui recensito. Con le parole del ...curatore (p. V), questa Nuova raccolta è la continuazione del primo volume, edito nel 1993 Raccolta di saggi lessicali in area veneta e alpina, Belluno: infatti, alcuni autori dichiarano che i loro contributi si riconnettono a quelli di due anni fa. Alla Presentazione (pp. V-VI, non 1 come stampato nel sommario, p. VII) seguono dieci contributi di varia lunghezza. In cake si trova la cartina Toponomastica alto-ate sina (p. 258), l'elenco dei toponimi prediali in -anum in Alto Adige, da coHegarsi pro babilmente con ilprimo contributo (p. 259) e, fuori paginazione, la carta dell' Alto Veneta (Provincia Belluno-Cadore ). Il libro non contiene indici.
I testi raccolti dal de Courtenay, finora inediti, interessano I'etnologo e attirano illinguista, non fosse che peril nome illustre dell'autore. La linguistica teorica rico nosce allinguista ...polacco una visione sostanzialmente conforme a quello che dal Saussure in poi sarà il concetto di fonema: Baudouin parlava di equivalente psichico del suono acustico e postulava come psicofonetica Ia scienza che doveva occuparsi del fonema. E' giusto vedere nel polacco un precursore di alcune idee fondamentali del Cours de linguistique générale. Sia detto anche, che al Saussure Io legava una re ciproca stima ben visibile nella seppur scarsa corrispondenza tra i due.
Dopo i Saggi sul ladino dolomitico e sul friulano, Adriatica editrice, Bari 1972, G.B. Pellegrini, il noto cultore dei problemi linguistici che più da vicino toccano le regioni veneta e friulana, ha ...voluto raccogliere i suoi contributi sulla dialettologia veneta, pubblicati in varie riviste e perciò, oggi, di non facile consultazione, in un unico volume sotto il titolo Studi di dialettologia e filologia veneta.
La dialettologia, come del resto quasi tutta la linguistica ottocentesca, era di prevalenza storica, si interessava cioè allo sviluppo dei vari idiomi, seguendo i loro cambiamenti, uno a uno, lungo ...l'asse del tempo. Il criterio orizzontale o sincronico è stato impiegato poi con gran successo dallo strutturalismo »classico« il quale, in nn seoondo tempo, perfezionò anche i metodi della ricerca diacronica confrontando tra di loro due o più livelli sincronici appartenenti a epoche diverse. Mancava però a tale indirizzo la dimensione sociale, ossia il sistema linguistico delle parlate, dei dialetti e dei gruppi dialettali veniva considerato come se fosse omogeneo e venivano lasciate in disparte le differenze dovute all'origine sociale dei parlanti. Questa terza dimensione, il cosiddetto spessore sociale, è ora valorizzata in pieno dalla dialettologia piil recente che non si limita soltanto allo studio dei dialetti della campagna ma anche affronta con ooraggio 1o studio dei oosiddeti dialetti urbani.