La relazione di supporto psicologico interviene nell’influenzare la capacità genitoriale, sul modo in cui i genitori giudicano e valutano l’evento disabilità e le situazioni a esso connesse. Infatti ...il supporto è correlato alla percezione che i genitori hanno dei limiti dei loro figli, delle limitazioni sociali e dei problemi di comportamento. L’obiettivo è valorizzare i vissuti delle famiglie stesse a partire da una rivalutazione del valore delle loro narrazioni al fine di coinvolgere le famiglie in un processo di consapevolezza. L’ipotesi che ha guidato questo lavoro è il credere che l’aiuto alle famiglie sia indispensabile per consentire ai ragazzi con autismo un futuro in cui loro siano concretamente protagonisti della loro vita e partecipi alla vita sociale. Sono stati previsti prima tre incontri individuali e successivamente di gruppo. Il modello utilizzato è quello gestaltico integrato, in particolare si è focalizzata l’attenzione sul ciclo di contatto e ai meccanismi di interruzione del suo fluire, con lo scopo di coinvolgerle concretamente dall’inizio alla fine dei processi. Il lavoro ha evidenziato che è possibile ridurre le fonti di stress, affinare le capacità di valutazione e di coping, rinforzare la rete di supporti sociali extrafamiliari, migliorare le relazioni all’interno della famiglia, migliorare i rapporti fra genitori e professionisti. L’aspetto innovativo è aver posto un’attenzione particolare ai genitori all’interno della teoria del campo.
Il presente lavoro ha l’obiettivo di evidenziare, nell’ottica dell’Analisi Applicata del Comportamento (Aba), la significatività clinica del coinvolgimento della famiglia nella progettazione e ...nell’esecuzione di un trattamento con soggetti autistici. La collaborazione familiare all’intervento rappresenta, infatti, fattore prognostico dell’outcome terapeutico. Si ritiene che il coinvolgimento della famiglia sia essenziale per la modifica dei comportamenti dei soggetti con diagnosi e che renda i genitori maggiormente consapevoli dei limiti, ma anche dei punti di forza dei loro figli. Questo li aiuta a prendere delle decisioni mirate in una prospettiva più lungimirante in merito al fatto che i loro bambini diventeranno degli adulti che gli sopravvivranno. La scrivente, effettuando un’accurata disamina della letteratura scientifica inerente le tecniche di parent training, descrive alcune tra le più importanti procedure derivate dall’Analisi Applicata del Comportamento. Esse sono finalizzate allo sviluppo delle cosiddette pivotal skills, ossia quelle competenze che costituiscono la base fondamentale per l’acquisizione di abilità più complesse. Nel corso del lavoro, si evidenzia, inoltre, l’importanza di effettuare una corretta analisi dei bisogni dei soggetti con autismo e delle loro famiglie.
L’articolo affronta la questione del potere nella ‘ndrangheta a partire dalla dimensione familiare dell’organizzazione mafiosa, utilizzando le cinque “precauzioni di metodo” suggerite da Michel ...Foucault durante il corso tenuto nel 1976 al Collège de France. Il contributo colloca al centro dell’analisi il codice dell’onore interpretandolo come un «apparato di sapere» che, in maniera evidente o talvolta latente, orienta le relazioni di genere e generazionali all’interno della famiglia-‘ndrina –unità di base della ‘ndrangheta che corrisponde alla famiglia di sangue. Focalizzandosi sui processi di indottrinamento e sulle complicità femminili nell’esercizio del dominio maschile, l’articolo mostra come mediante la ri-attualizzazione di pratiche volte a controllare le donne, affinché esse siano conformi alle regole onorifiche, o a punirle, nel caso le trasgrediscano, la famiglia funga da dispositivo di sorveglianza per l’intera associazione criminale, rivelandosi in tal modo una fondamentale risorsa per la sua continuità culturale e la sua tenuta criminale. Infatti, le due principali funzioni tradizionali del controllo preventivo e delle punizioni per violazione del codice dell’onore – mantenimento/ripristino della reputazione del gruppo familiare e deterrenza –, sono usate dal clan familiare come strumento sia per dimostrare la propria capacità di protezione, indispensabile al fine di acquisire e conservare il potere territoriale, sia per mantenere coesi i membri del gruppo, evitando delazioni o comportamenti che potrebbero arrecare disordine e attirare di conseguenza l’attenzione delle forze dell’ordine. Le lenti foucaultiane, utilizzate nel contributo, permettono di leggere la famiglia-‘ndrina come un dispositivo non solo repressivo, ovvero di dominazione sulla base di una sovranità, quella maschile, capace di imporre agli individui che ne fanno parte l’obbedienza necessaria al sistema mafioso, ma anche produttivo di forme di vita, di figure della soggettività, di modi di stare al mondo e abitare il legame, che risultano fondamentali per il funzionamento dell’intero ingranaggio, su cui si articola nel suo complesso la macchina organizzativa della ’ndrangheta. In conclusione, l’articolo avanza la tesi secondo cui il potere mafioso non è fatto soltanto da individui che reprimono altri individui, ma di dispositivi complessi di assoggettamento che producono l’humus necessario al suo stesso funzionamento.
In questo paper, s’intende focalizzare l’attenzione sullo sviluppo di una scuola inclusiva, partendo dal concetto di inclusione che chiama in causa la presa in carico della comunità educante a ...partire dall’insegnante curricolare e non solo dell’insegnante di sostegno attraverso la partecipazione attiva della famiglia e di tutti gli stakeholder. Ciò è indispensabile oggi in un periodo in cui la scuola è sempre più interessata a contrastare abbandoni scolastici, dispersione scolastica ma anche i molteplici disagi che vivono i giovani a causa del malcostume, dell’inciviltà, maleducazione. Ma la scuola con i suoi docenti è pronta a modificare tale situazione? I docenti hanno gli strumenti concettuali ed operativi per intervenire? Qual è il ruolo della famiglia, del territorio e del terzo settore? In questo lavoro l’A. intende affrontare il tema attraverso nuovi Patti di corresponsabilità educativa che la scuola dovrà ridefinire e co-progettare con la famiglia, il territorio e il terzo settore per promuovere davvero il progresso umano, civile e sociale delle Comunità. Ciò implica però un ripensare e riorganizzare la scuola dell’autonomia nel nostro paese in prospettiva europea.
L’obiettivo di questo lavoro è indagare l’esperienza vissuta durante l’emergenza pandemica dalle famiglie di origine pakistana residenti in Italia. In particolare, saranno esposti i dati emergenti ...dall’opinione di 152 genitori (di cui 81,6% padri) sul benessere dei figli e sul rapporto scuola-famiglie nel Covid-19 (raccolti in una sessione specifica del questionario utilizzato in una ricerca più ampia: Gigli, Borelli & Raja, 2021). Dalla rilevazione emerge che le principali preoccupazioni dei partecipanti rispetto alle ripercussioni della pandemia sui propri figli riguardano l’uso compulsivo di strumenti tecnologici, problemi di sonno, momenti di regressione e difficoltà ad integrarsi negli ambienti scolastici. Un altro aspetto emerso è che la partecipazione dei genitori alle chat di classe avviene in modo passivo; nonostante la bassa partecipazione alle chat, la maggioranza ritiene comunque che esse siano strumenti utili per ottenere informazioni. In merito alla relazione scuola-famiglie, più del 90% dei partecipanti ritiene che le limitazioni igienico/sanitarie abbiano peggiorato gli scambi comunicativi; in linea di massima, il livello di soddisfazione dei genitori verso i servizi educativi e scolastici è basso. In conclusione, emerge un quadro di peggioramento che si ipotizza possa essere dovuto al gap linguistico, alla difficoltà di integrazione e alla poca attenzione specifica dedicata dalle scuole in piena crisi pandemica alla relazione con le famiglie.
In historiography and in the collective imagination, the image of the close-knit family, traceable in Southern Europe, as opposed to the 'weak' family, widespread in Northern Europe, has long ...resisted. In recent years, however, many new perspectives have opened up in the field of historical research on the family in the Early Modern Age. They have helped to shift the focus from the complementarity of sex roles and horizontal relationships within families to the disunity and tensions that ran through parental relationships in many other cases. The authors of the essays collected in this book consciously wanted to investigate the reasons for disputes, the more or less latent individual or generational contrasts within family groups, such as the tensions between parents and sons/daughters or between cadets and firstborn concerning political disputes or relating to the control and redistribution of family resources. These were conflicts generated by the will of individuals and their unconventional behaviour, the full extent of which is not lost on the emotional dimension of the cases, the language of feelings, the ever-present anxiety over the preservation of the name and heritage.
Due to the lockdown many young people have been “forced” to family circumstances characterized by dysfunctional relational modalities. These domestic conditions of extreme proximity have, at times, ...significantly affected the psychological health of children and adolescents, especially in those contexts where mobility limitations and space restrictions have become forebearers of aggression and violence. Although perfectly aware that such a high-impact event is not entirely comprehensible by observing it “in media res”, an attempt has been made to analyse to what extent the pandemic is to be held as the sole responsible for the discomfort and/or dysfunctional behavior of young people. In the present article, from a methodological point of view, the focus was put on sources and data referring to the Italian context, with a look at authoritative foreign sources.
BACKGROUND: La possibilità per i familiari di assistere durante la rianimazione cardiopolmonare (RCP) suscita controversie tra i professionisti sanitari. Nonostante esistano evidenze a supporto, tale ...presenza nei dipartimenti di emergenza-urgenza è poco praticata.
OBIETTIVI: Misurare la percezione di medici e infermieri rispetto alla presenza dei familiari nelle UO di Pronto Soccorso (PS), Rianimazione (RIA), Unità coronarica (UTIC) e 118 di una ASST milanese.
METODI: È stato somministrato un questionario agli operatori sanitari con quesiti relativi alla possibilità di far assistere i parenti, agli effetti di tale decisione e all’opinione degli operatori rispetto a questi temi. Si sono confrontate le risposte in base alla professione (medici, infermieri), all’UO di appartenenza (118, PS, RIA, UTIC) e all’anzianità professionale (≤ 5 anni, 6-14 anni, ≥ 15 anni).
RISULTATI: Il campione analizzato è costituito da 200 schede (79% infermieri, 21% medici; 52.5% operatori di PS, 27% di RIA, 15.5% di UTIC e 5% di 118; 18,5% sanitari con ≤ 5 anni di esperienza, 31,5% 6-14 anni e 50% ≥ 15 anni). Prevale l’opinione che non sia possibile far assistere i parenti a manovre rianimatorie. I medici sono meno contrari degli infermieri, mentre si evidenziano differenze tra gli operatori di RIA e quelli di UTIC. Gli operatori con meno esperienza considerano maggiormente i famigliari di intralcio e temono ripercussioni legali.
CONCLUSIONI: Nasce l’esigenza di delineare protocolli per supportare i professionisti sanitari su come comportarsi con la richiesta dei parenti di poter assistere a manovre rianimatorie sui propri cari.
La ricerca delle origini da parte della persona adottata costituisce un passo cruciale nel cammino verso la costruzione della sua personalità. La costruzione dell’identità dell’adottato è un ...argomento dibattuto dalla letteratura scientifica. È un ostacolo allo sviluppo della personalità dell’adottato riuscire a fondere le due culture, quella del Paese di origine e quella del Paese ospitante? O è di gran lunga più desiderabile che l’adottato si riconosca solo nella cultura del Paese dei genitori adottivi. L’adozione risente di una contaminazione adulto-centrica. Si indugia a volte nell’utile compito di fornire ai genitori adottivi strumenti utili per il superamento di criticità che si possono incontraredurante l’integrazione del nuovo nucleo familiare nella comunità di appartenenza. All’interno del nuovo nucleo familiare però dev’esser data priorità all’adottato, al suo benessere psicologico e alla sua capacità di riconoscersi nella comunità accogliente. Il fenomeno è anche preso in considerazione dalla giurisprudenza europea che riconosce il diritto all’identità della persona adottata come diritto fondamentale della persona e che predispone all’uopo una serie di strumenti di protezione. Ad oggi, tuttavia, le indicazioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che esortano i legislatori nazionali a intervenire sulla questione, sono rimaste pressocchè senza risposta, lasciando invariata la situazione di incertezza. È necessario che la comunità adulta, gli adulti significativi e i professionisti dell’adozione, proteggano adeguatamente il diritto fondamentale all’identità della persona adottata, comprendano come meglio proteggerla e avviino percorsi specifici per il post-adozione in grado di affrontare problemi critici che si presentano anche moltianni dopo la chiusura formale dell “evento di adozione”
Il contributo analizza alcuni casi studio relativi al territorio della città e della diocesi di Novara, intesi come esemplari entro una generale indagine, tesa a mostrare l’incidenza economica e la ...resa effettiva degli introiti signorili. La ricerca ha preso le mosse dalla signoria episcopale su Vespolate a partire dal Duecento, e in seguito giunta, tramite complesse vicende, nelle mani dei Visconti, che l’attribuirono a più riprese a personaggi ad essi legati, come Stefano e Antonio Porro, o Francesco Barbavara. Si sono inoltre valutate le differenti tipologie di introiti percepiti dall’arcivescovo di Milano tra il 1379 e il 1382, relativi a trenta centri insediativi del Vergante. Tale territorio, strategicamente rilevante e di primaria importanza sotto il profilo commerciale, fu concesso in feudo nel corso del XV secolo ai Borromeo per intervento dei duchi milanesi, perennemente in cerca di finanziamenti e sovvenzioni in denaro. L’incremento delle signorie rurali e territoriali attraverso le concessioni feudali risulta ben visibile dall’analisi del caso di Vinzaglio, mentre tra le esemplificazioni utili ad approfondire le concessioni di signorie a condottieri e uomini d’arme, spicca quella di Briona, affidata a Giovanni Tornielli. Infine sono proposti i casi di Galliate, Intra, Pallanza e Cameri, a dimostrazione dei tentativi operati dalle comunità di scioglierli dalla sottomissione signorile.