Il volume "L'imputazione latente" assume come punto focale la patologica instabilità dei temi d'accusa durante l'iter processuale. Nonostante lo sforzo legislativo teso a rafforzare la qualità ...compilativa dell'addebito penale mediante la predisposizione di un nucleo di regole volte alla redazione «in forma chiara e precisa» del fatto, l'arricchimento dell'imputazione in termini di concretezza non ha incontrato il medesimo rigore nell'esperienza applicativa. La "completabilità" investigativa prevista dopo il promovimento dell'azione penale, la perdurante "perfettibilità" dell'imputazione nel corso dell'udienza preliminare e, infine, l'approccio antiformalistico assunto, nel sistema sanzionatorio, dalla giurisprudenza hanno favorito il diffondersi di soluzioni contenutistiche elusive del modello legale prescritto. E ciò ha indotto il sistema a tollerare una sorta di imputazione latente, destinata a rimanere a lungo nascosta tra le pieghe di un'azione indebitamente criptica, per poi materializzarsi soltanto nei.
motivi della decisione.Giulia Fiorelli è Dottoressa di ricerca in Diritto processuale penale presso l'Università degli Studi di Roma Tre. È autrice di diversi contributi scientifici su temi di diritto processuale penale, diritto penitenziario e cooperazione giudiziaria. Attualmente collabora con la cattedra di diritto processuale penale presso l'Università degli Studi di Roma Tre. Testo dell'editore.
It has been a long time since Europe decided to place the victim in the middle of its criminal justice policies. From the 2001/220/GAI Framework Decision, there have been great cultural and ...regulatory changes, also in Italy, where the victim traditionally is placed at the edge of the process.The slow rediscovery of the victim has reached its peak with the directive 2012/29/EU: it is a 'Magna Charta' of the rights of the victim, which represents the necessary term of comparison to verify the compliance of individual national laws with respect to the Union law.Not everything, however, is resolved: some questions remain without a clear answer.First, we still have to know well who the victim is today: understanding its identity helps both to give her a correct baggage of rights and guarantees (information, participation, protection), both to work on the construction of an appropriate procedural role.On this second aspect, in particular, there are still doubts that do not find shared solutions. In Italy, the traditional suspicion demonstrated against the damaged, in order to claim compensation – inside of the criminal trial – for the damages suffered because of the offense, directs the interpreters towards a substantial distrust of the victim. It is difficult to see in the victim a part of the criminal process, without reference to the request for compensation. The essay examines, without preconceptions, the possibilities offered by a rethinking - in a participatory sense, as a real part - of the role of the victim in the criminal trial.
È trascorso molto tempo da quando l’Europa ha deciso di porre la vittima al centro delle proprie politiche sulla giustizia penale. Dalla decisione quadro 2001/220/GAI si sono susseguiti grandi rivolgimenti culturali e normativi, anche in Italia, dove la vittima tradizionalmente si colloca ai margini della scena penale. Il lento percorso di riscoperta della vittima ha raggiunto l’apice con la direttiva 2012/29/UE: una sorta di Magna Chartadei diritti dell’offeso dal reato, che rappresenta il necessario termine di paragone per verificare – su questo tema – la compliancedei singoli ordinamenti nazionali rispetto al diritto dell’Unione. Non tutto, però, è risolto: taluni interrogativi rimangono sostanzialmente senza una chiara risposta. In primo luogo, dobbiamo ancor oggi domandarci chi è la vittima: comprenderne l’identità aiuta sia a ritagliare su di essa il corretto perimetro di diritti e garanzie (dall’informazione, alla partecipazione al procedimento, sino alla protezione), sia a lavorare sulla costruzione di un suo ruolo processuale quanto mai appropriato. Su questo secondo versante, in particolare, si concentrano ancora dubbi che non trovano soluzioni condivise. In Italia, la tradizionale diffidenza dimostrata nei confronti del danneggiato che si costituisce parte civile, al fine di chiedere il risarcimento dei danni patiti in conseguenza del reato subito, orienta gli interpreti verso una sostanziale sfiducia nella vittima come tale. Si fatica, detto altrimenti, a spogliare la vittima del proprio afflato risarcitorio, per vederne i contorni di un soggetto che a pieno titolo dovrebbe prendere attivamente parte alle dinamiche dell’accertamento penale. Lo scritto intende guardare, senza preconcetti, alle possibilità offerte da un ripensamento – in senso partecipativo, quale parte vera e propria – del ruolo della vittima nel processo penale.
Há muito tempo a Europa decidiu inserir a vítima no centro das próprias políticas em tema de justiça penal. Desde a decisão quadro 2001/220/GAI ocorreram grandes acontecimentos culturais e normativos, até mesmo na Itália, onde a vítima tradicionalmente se coloca afastada do campo processual. O lento percurso de descoberta da vítima alcançou o ápice com a diretiva 2012/29/EU: uma espécie de Magna Carta dos direitos do ofendido pelo crime, a qual representa o necessário modelo de comparação para verificar – sobre esta matéria – a conformidade de cada ordenamento nacional em relação ao direito supranacional. Entretanto, nem tudo foi resolvido: alguns questionamentos permanecem substancialmente sem uma resposta clara. Em primeiro lugar, ainda hoje temos que nos perguntar quem é a vítima: compreender a sua identidade ajuda tanto a definir o correto parâmetro dos seus direitos e garantias (desde a informação, a participação no processo, até a sua proteção), quanto a trabalhar na construção de um papel processual apropriado. Sobre esse segundo aspecto, em particular, existem ainda dúvidas que não encontram soluções compartilhadas. Na Itália, a tradicional desconfiança demonstrada contra o ofendido pelo crime, que se constitui parte civil com a finalidade de requerer o ressarcimento dos danos causados pelo ilícito penal, orienta os juristas a uma substancial desconfiança da vítima como tal. Em outras palavras, é difícil despir a vítima da própria inspiração reparatória para ver os contornos de um sujeito que, com plena legitimidade, deveria tomar parte ativamente das dinâmicas do processo penal. O texto tem como propósito analisar, sem preconceitos, as possibilidades oferecidas para uma revisão – em sentido participativo, como parte propriamente dita – do papel da vítima no processo penal.
The interaction between European sources and national provisions have increased the level of uncertainty with regard to the nature of time limitation in criminal law in the Italian system. With ...decision no. 24/2017 the Italian Constitutional Court showed the intent to start a dialogue with the European Court of Justice, after the well-known 2015 Taricco decision. However, in referring the case to the ECJ for a preliminary ruling, Italian Court threatened to make use of the “counterlimits” doctrine. It emerged therefore how difficult the cohabitation is between EU law and Italian criminal law. With decision no. 24/2017 the problems raised by Taricco saga were just postponed, though they are far from being resolved. It seems difficult at the current time to understand how certain sensitive features of the Italian criminal justice system, representative of its identity, such as the time limitation provisions, could be harmonised with the supranational set of rules coming from the EU law.
Precarietà e incertezza sembrano affliggere, nei tempi recenti, la prescrizione del reato, quando la si osservi da una prospettiva sovranazionale o comparata. Sullo sfondo, si pone il problema della tenuta del nostro sistema nel suo complesso, e persino della sua identità, come l’abbiamo concepita e tramandata di generazione in generazione. Con l’ordinanza n. 24 del 2017, la Corte costituzionale, sollevando una nuova questione pregiudiziale, mostra l’intento di non consumare una rottura del dialogo con l’ordinamento UE, limitandosi a paventare il rischio di ricorrere ai controlimiti, senza effettivamente porli in essere. Tuttavia, il provvedimento appare criticabile per alcuni argomenti utilizzati, e per la posizione assunta, che sembra lasciare poco spazio per specificazioni e aggiustamenti alla Corte di giustizia. La decisione, infatti, pur mostrando formalmente apertura a un confronto con la Corte di giustizia, tende a proporre in realtà una divisione tra mondi opposti e inconciliabili: di qua il diritto italiano, con la sua tradizione irrinunciabile; di là quello europeo, al quale formalmente si mostra deferenza (purché non si ingerisca in questioni vitali). Sembra il piano per una sorta di convivenza da separati, che certo ha il pregio di guadagnare tempo. Tuttavia, non si intravvede, nel ragionamento condotto, alcuna strada per raggiungere, o almeno per intraprendere il cammino verso una integrazione reale degli ordinamenti: è questo, in realtà, il nodo che, se non affrontato adesso, tenderà a riproporsi in successive occasioni.
Accelerated forms of criminal proceedings have become enormously important in many jurisdictions. But how do authorities achieve this acceleration in practice? The author illustrates this using the ...example of the Swiss criminal order procedure. On the basis of a file analysis, the formal and informal strategies are identified with which the police and the public prosecutor's office are able to construct the trap characteristics that make a quick conviction by order of summary punishment admissible.
Come in ogni altro processo, così anche nel rito penale la prova dei fatti di interesse scientifico può ispirarsi a due atteggiamenti opposti, che riflettono le forme fondamentali dello sforzo umano ...di ambientarsi nel mondo. Da un lato, vi è l'aspirazione a una conoscenza il più possibile rigorosa, che non si accontenta delle qualifiche professionali degli esperti in giudizio, ma esige la piena affidabilità delle informazioni specialistiche che essi forniscono. Dall'altro lato, vi è la convinzione che, nonostante la complessità dei suddetti fatti, essi debbano essere ricostruiti secondo il senso comune, l'unico criterio accessibile a tutti i consociati.
Il presente volume intende andare oltre questa secca alternativa, coltivando un approccio integrato ai problemi della prova scientifica dei fatti di reato. L'obiettivo è perseguito col contributo di studiosi di varia estrazione professionale e disciplinare, chiamati ad approfondire, alla luce della recente dottrina e giurisprudenza, gli aspetti generali della prova scientifica nello spazio del giudizio penale, nonché le principali peculiarità e criticità che essa presenta quando verte sugli elementi della causalità materiale e degli stati mentali. Testo dell'editore.
The essay analyzes the different models of criminal procedure, devoting particular attention to the crisis of the Italian judicial system.
Lo scritto analizza i diversi modelli processuali penali, ...dedicando particolare attenzione alla crisi del sistema giudiziario italiano.
Este artigo analisa os diferentes modelos de processo penal, dedicando especial atenção à crise do sistema judicial italiano.
Questo volume inaugura la Collana "Orizzonti della giustizia penale minorile", che intende raccogliere testi e studi relativi al minorenne autore di reato oppure vittima o semplice testimone di ...reato. Del tema oggetto di questo volume collettaneo, dedicato al difetto d'imputabilità del minorenne, s'intende offrire una prospettiva multidisciplinare, attraverso vari contributi che considerano i profili inerenti al diritto penale e alla criminologia, al diritto processuale penale, alla storia del diritto, al diritto internazionale e comparato, alla medicina legale.DANIELA VIGONI è professore ordinario di Diritto processuale penale nell'Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Giudizio senza imputato e cooperazione internazionale, Padova, 1992; L'applicazione della pena su richiesta delle parti, Milano, 2000; Relatività del giudicato ed esecuzione della pena detentiva, Milano, 2009; La metamorfosi della pena nella dinamica dell'ordinamento, Milano, 2011; Riconoscimento della sentenza straniera.
ed esecuzione all'estero della sentenza italiana, Torino, 2013. Ha curato il Codice della giustizia penale minorile. Il minore autore di reato, Milano, 2005.