Tenendo conto di testimonianze epigrafiche relative soprattutto ai secoli iniziali dell’età imperiale e di attestazioni letterarie selezionate a partire dalla medesima epoca fino alla ...tarda-antichità, il contributo evidenzia come nella Gallia meridionale la condizione femminile registrò atteggiamenti riconducibili al modello romano consolidandosi in parallelo attraverso l’acquisizione di spazi di autonomia. Ciò si tradusse non solo nella valorizzazione del ruolo delle nutrici bensì – per le donne di ceto elevato – nella possibilità di interagire in modo sempre meno passivo all’interno di reti familiari talvolta allargate. In tale contesto esse assunsero talvolta un ruolo di primo piano nella cura dell’infanzia, nonché nella gestione e nella salvaguardia del patrimonio, riuscendo inoltre a ritagliarsi l’opportunità di coltivare interessi culturali e di dedicarsi a professioni concernenti anche il campo medico.
Il contributo si concentra sul racconto tacitiano del discorso tenuto da Claudio nel 48 d.C. a favore dell’ammissione in senato dei primores della Gallia Comata, esaminando le argomentazioni usate ...dallo storico per chiarire le reazioni suscitate dalla loro richiesta e la linea argomentativa adottata dall’imperatore per convincere i senatori ad accettarla. Oltre ad esprimere la consapevolezza dell’efficacia dei criteri usati dai romani per istituire un ordinamento imperiale a carattere sopranazionale, il passo mostra l’abilità di Tacito nel sottolineare la pregnanza politica dell’intervento di Claudio e nel renderlo un modello meritevole di sopravvivere ed essere menzionato molti secoli più tardi nella cultura moderna. In questa prospettiva, la seconda parte del lavoro analizza alcuni riferimenti al discorso dell’imperatore nel corso del Cinquecento e del Seicento da parte di autori come Justus Lipsius, Scipione Ammirato, Jean Bodin, Traiano Boccalini, Hugo Grotius. Nel contesto delle loro opere, talvolta dedicate anche all’esame di temi come la nascita, lo sviluppo e il declino degli stati, si nota che oltre a richiamare l’episodio occorso molti secoli prima, alcuni intellettuali di spicco usarono il resoconto ricavandone un esempio utile per promuovere un modello di governo efficace nel favorire l’integrazione quale mezzo di consolidamento degli stati moderni.
This paper examines the way Tetrarchic period intellectuals represented Britannia and how they understood the northern confines of the ‘oikoumene’ subject to Rome through an analysis of passages from ...the Latin Panegyrics. Beyond an interest in climatic, environmental and anthropic factors, some reflections in Paneg. IV 8, V 9, and VII 6, imply that the Gallic rhetoricians envisioned a key role for Britannia, once freed by Constance (296) from its enemies Carausius and Allectus, in stabilizing unity of the empire.En analysant certains passages des Panégyriques latins, cette contribution se focalise sur la représentation que se faisaient les intellectuels gaulois de la Britannia à l’âge de la Tétrarchie ainsi que sur leur conception politique des confins septentrionaux de l’oecoumène assujettie aux Romains. Au-delà d’un intérêt pour les caractéristiques climatiques, environnementales et anthropologiques de l’île, certaines considérations dans les Panégyriques IV 8, V 9, VII 6, suggèrent qu’après la soustraction de l’île aux ennemis Carausius et Allectus par Constance (296), les rhéteurs gaulois visaient à promouvoir le rôle-clef de la Britannia dans le processus de stabilisation de l’unité de l’empire.
En analysant certains passages des Panégyriques latins, cette contribution se focalise sur la représentation que se faisaient les intellectuels gaulois de la Britannia à l’âge de la Tétrarchie ainsi ...que sur leur conception politique des confins septentrionaux de l’oecoumène assujettie aux Romains. Au-delà d’un intérêt pour les caractéristiques climatiques, environnementales et anthropologiques de l’île, certaines considérations dans les Panégyriques IV 8, V 9, VII 6, suggèrent qu’après la soustraction de l’île aux ennemis Carausius et Allectus par Constance (296), les rhéteurs gaulois visaient à promouvoir le rôle-clef de la Britannia dans le processus de stabilisation de l’unité de l’empire.
This paper examines the way Tetrarchic period intellectuals represented Britannia and how they understood the northern confines of the ‘ oikoumene’ subject to Rome through an analysis of passages from the Latin Panegyrics. Beyond an interest in climatic, environmental and anthropic factors, some reflections in Paneg. IV 8, V 9, and VII 6, imply that the Gallic rhetoricians envisioned a key role for Britannia, once freed by Constance (296) from its enemies Carausius and Allectus, in stabilizing unity of the empire.
Partendo dal dibattito sviluppatosi negli USA alla metà degli Anni Settanta sulla condizione femminile nel mondo antico, l’articolo sottolinea che ha contribuito a dare una lettura articolata ...dell’immagine delle donne romane. Ciò ha inciso non solo sulla storiografia posteriore, bensì oltre, come si ricava da alcuni recenti video YouTube sulle Roman Women, rinvenibili in rete. Essi mostrano la creatività dei loro autori, i loro diversi livelli di conoscenza e capacità tecniche. D’altro lato, proiettano lo spettatore nella vita quotidiana delle donne dell’antica Roma. In tal senso, questo genere di produzione può essere considerato un ottimo esempio di Public History applicata e risultare efficace a promuovere studi di gender in relazione alla storia romana.
Il contributo si concentra sul racconto tacitiano del discorso tenuto da Claudio nel 48 d.C. a favore dell’ammissione in senato dei primores della Gallia Comata, esaminando le argomentazioni usate ...dallo storico per chiarire le reazioni suscitate dalla loro richiesta e la linea argomentativa adottata dall’imperatore per convincere i senatori ad accettarla. Oltre ad esprimere la consapevolezza dell’efficacia dei criteri usati dai romani per istituire un ordinamento imperiale a carattere sopranazionale, il passo mostra l’abilità di Tacito nel sottolineare la pregnanza politica dell’intervento di Claudio e nel renderlo un modello meritevole di sopravvivere ed essere menzionato molti secoli più tardi nella cultura moderna. In questa prospettiva, la seconda parte del lavoro analizza alcuni riferimenti al discorso dell’imperatore nel corso del Cinquecento e del Seicento da parte di autori come Justus Lipsius, Scipione Ammirato, Jean Bodin, Traiano Boccalini, Hugo Grotius. Nel contesto delle loro opere, talvolta dedicate anche all’esame di temi come la nascita, lo sviluppo e il declino degli stati, si nota che oltre a richiamare l’episodio occorso molti secoli prima, alcuni intellettuali di spicco usarono il resoconto ricavandone un esempio utile per promuovere un modello di governo efficace nel favorire l’integrazione quale mezzo di consolidamento degli stati moderni. The paper focuses on Tacitus’ account of the speech made by Claudius in 48 CE in favour of the admission of the primores of ‘long-haired’ Gaul to the senate, examining arguments used by the historian to clarify the reactions to their request and the reasoning adopted by the emperor to convince the senators to accept it. Besides expressing awareness of the efficacy of the criteria used by Romans to create a supranational imperial order, the passage shows Tacitus’ ability to highlight the political meaningfulness of Claudius’ intervention, making it a model worthy of surviving and being mentioned many centuries later in modern culture. In this vein, the second part of the paper analyzes some 16th and early 17th century references to the emperor’s speech in authors such as Justus Lipsius, Scipione Ammirato, Jean Bodin, Traiano Boccalini, Hugo Grotius. Within their works, also dedicated to examining the birth, development and decline of States, we see that besides recalling an episode occurring many centuries before, some key-intellectuals made utilized the story into a valid exemplum to promote a model of efficacious government favouring integration as a means of consolidating modern states.
Partendo dal dibattito sviluppatosi negli USA alla meta degli Anni Settanta sulla condizione femminile nel mondo antico, l'articolo sottolinea che ha contribuito a dare una lettura articolata ...dell'immagine delle donne romane. Cio ha inciso non solo sulla storiografia posteriore, bensi oltre, come si ricava da alcuni recenti video YouTube sulle Roman Women, rinvenibili in rete. Essi mostrano la creativita dei loro autori, i loro diversi livelli di conoscenza e capacita tecniche. D'altro lato, proiettano lo spettatore nella vita quotidiana delle donne dell'antica Roma. In tal senso, questo genere di produzione puo essere considerato un ottimo esempio di Public History applicata e risultare efficace a promuovere studi di gender in relazione alla storia romana.
Oltre a documentare un notevole interesse per l’antica Roma e le sue istituzioni, la storiografia del XV secolo concede spazio significativo al tema del declino dell’impero romano d’Occidente. In tal ...senso, meritano attenzione alcune sezioni della Laudatio Florentinae urbis e delle Historiae Florentini populi di Leonardo Bruni e delle Decades di Biondo Flavio. A differenza delle opere di Bruni dove si identifica la causa prima del declino di Roma nell’aver ripudiato il modello repubblicano e l’esercizio della libertà che ne aveva incarnato le fondamenta, gli scritti di Biondo rivelano l’attitudine a far luce in modo più articolato sul processo che condusse alla fine della potenza imperiale dell’antica Roma, senza cercare una spiegazione univoca. Nel complesso, al di là di alcune posizioni parallele esistenti fra i due autori, inerenti fra l’altro alla valutazione positiva del regno di Teodosio e all’idea che grazie al declino di Roma si crearono le condizioni perché più tardi potessero fiorire in modo autonomo altri centri della penisola italica, le osservazioni di Biondo rivelano più specificamente un approccio storiografico di longue durée e la tendenza a percepire la Tarda Antichità come una fase di transizione importante, nonché a sottolineare la rilevanza di alcuni episodi storici cruciali che la caratterizzarono. Besides showing a strong interest in ancient Rome and its institutions, 15th century historiography gives a special place to the theme of the Western Roman Empire’s decline. In this light, some sections of the Laudatio Florentinae urbis and the Historiae Florentini populi by Leonardo Bruni as well as of the Decades by Biondo Flavio deserve mention. Unlike Bruni’s works, where the first cause of Rome’s decline was identified in the rejection of the republican model and the exercise of freedom that had embodied its foundations, Biondo’s treatises reveal the inclination to focus from a more structured perspective on the process which led to the end of ancient Rome’s Empire, without looking for a univocal cause. In general, beyond some parallel points of view between the two authors, such as, among others, a positive evaluation of Theodosius’ reign and the idea that, thanks to Rome’s decline, the conditions that allowed other cities in the Italian peninsula to later increase autonomously were created, Biondo’s considerations more particularly show a longue durée historiographical approach and the tendency to perceive Late Antiquity as an important transition phase as well as to remark the meaningfulness of some crucial historical episodes which characterized it.