Verstegnova študija t. i. nove dunajske umetnostnozgodovinske šole iz tridesetih let 20. stoletja ni povsem običajna historiografska predstavitev ključnih predstavnikov t. i. strukturne analize ...(Strukturanalyse), naslednikov velikih dunajskih umetnostnih zgodovinarjev z Aloisom Rieglom in Maxom Dvořákom na čelu, temveč je njen namen ambicioznejši. S svojo študijo teoretskih postavk in konceptov Hansa Sedlmayrja in Otta Pächta se Verstegen namreč vključuje v razpravo o pomenu, zastavkih in potencialnih usmeritvah sodobne umetnostnozgodovinske discipline.
In diesem Artikel soll das feministische Übersetzen als Translationskonzeption dargestellt werden, deren Ziel es ist, im Translationsprozess durch bestimmte feministische Übersetzungsverfahren offen ...Widerstand gegen patriarchialische Strukturen zu leisten sowie gegen Geschlechter-Asymmetrien vorzugehen. Die Thematik der sexuellen Gewalt an Frauen ist ein Thema, das auch in der deutschen Literatur aufgegriffen wird. Am Beispiel der Kurzgeschichte Volksfest von Ferdinand von Schirach (2010) und deren Übersetzung ins Spanische soll gezeigt werden, wie feministisches Übersetzen sogenannte ‘neutrale und objektive’ Übersetzungsverfahren in Frage stellt, bei denen am Ausgangstext nur die linguistisch obligatorischen Veränderungen vorgenommen wurden. Dieser Artikel geht auch auf die literarische Translator:innenausbildung ein, denn Studierende sollten dafür sensibilisiert werden, dass gerade feministische Themen wie sexuelle Gewalt eine besondere translatorische Annäherung bedürfen, wobei der Ansatz des feministischen Übersetzens die ideale Grundlage dafür bildet.
Es wird dafür plädiert, dass gerade bei literarischen Texten, die als Thema sexuelle/sexualisierte Gewalt an Frauen haben, das feministische Übersetzungsverfahren als Translationskonzeption angewendet werden sollte. Deswegen sollten literarische Texte mit dieser Thematik, die bereits übersetzt sind, einer Neuübersetzung mit feministischen Übersetzungskriterien unterzogen werden.
Gerade auch im Hinblck auf die literarische Übersetzerausbildung sollten die Studierenden dafür sensibilisiert werden, dass gerade Themen wie sexuelle/sexualisierte Gewalt eine besondere translatorische Annäherung bedürfen, wobei der Ansatz des feministischen Übersetzens die ideale Grundlage für eine tolertante, frauensensible und -gerechte literarische Zieltextproduktion darstellt.
Qua maxima Roma est Boldrer, Francesca
Ars & humanitas,
12/2022, Letnik:
16, Številka:
1
Journal Article
Recenzirano
Odprti dostop
L’articolo approfondisce il rapporto tra la letteratura latina e il principato augusteo con attenzione alle elegie romane di Properzio. Vengono prese in esame le trasformazioni del suo genere ...letterario nel IV libro, ricco di nuovi temi (religiosi, eziologici, morali), sia nel contesto storico-culturale che nel rapporto con gli altri membri del circolo di Mecenate (Virgilio, Orazio), evidenziando anche i possibili influssi dell’autore sul princeps.
Qua maxima Roma est Francesca Boldrer
Ars & humanitas,
12/2022, Letnik:
16, Številka:
1
Journal Article
Recenzirano
Odprti dostop
L’articolo approfondisce il rapporto tra la letteratura latina e il principato augusteo con attenzione alle elegie romane di Properzio. Vengono prese in esame le trasformazioni del suo genere ...letterario nel IV libro, ricco di nuovi temi (religiosi, eziologici, morali), sia nel contesto storico-culturale che nel rapporto con gli altri membri del circolo di Mecenate (Virgilio, Orazio), evidenziando anche i possibili influssi dell’autore sul princeps.
Nell’antica Grecia, il mito delle Amazzoni, che, nell’immaginario collettivo greco, rappresentavano l’elemento “altro”, è spesso associato a tradizioni di fondazione e di eponimia in rapporto a ...città, soprattutto nella Ionia e nell’Eolide d’Asia Minore. Queste tradizioni si possono rintracciare in racconti locali, che si sono conservati fino all’età imperiale romana, in un momento in cui, in particolare, si assiste ad una ripresa delle tradizioni greche arcaiche e classiche durante la seconda sofistica. L’epoca dell’imperatore Adriano, più di ogni altra, sarebbe stata importante per la rinascita ed il recupero di questi miti di fondazione, in quanto molte città ioniche ed eoliche (come Efeso, Smirne, Cuma e Mirina) creavano un nesso con il loro passato e con la loro origine per mezzo della figura dell’Amazzone, rappresentata anche sulla monetazione locale, con l’obiettivo di affermare la loro antichità e priorità: tali tradizioni sono attestate anche nelle fonti letterarie. Grazie alla remota antichità ed adattabilità, il mito di fondazione basato sulle Amazzoni attraversò diversi processi di rielaborazione e rifunzionalizzazione e fu riutilizzato come “paradigma” in Asia Minore, soprattutto in età imperiale, per sottolineare l’archaiologia delle antiche poleis. Queste elaborazioni, fondate su antiche tradizioni mitiche locali, sono state determinanti per riaffermare e rivendicare l’identità culturale ed etnica dei Greci sotto l’Impero romano in un preciso momento storico. Obiettivo del presente lavoro è indagare i processi di costruzione e ri-costruzione dell’identità cittadina attraverso l’analisi delle fonti relative ai racconti di fondazione e di eponimia attestati in Ionia e in Eolide in relazione al particolare contesto legato al revival delle tradizioni locali greche in età imperiale.
Il presente articolo assume due celebri passi di Virgilio (Eneide, VI 860–886) e di Orazio (Odi, IV 2) come casi di studio per indagare la relazione fra il potere imperiale romano allo stato nascente ...e gli strumenti eulogistici di tradizione greca. In mancanza di modelli ellenistici specificamente riconoscibili, l’“epicedio per Marcello” sembra riproporre motivi topici della lirica celebrativa arcaica: la bellezza come simbolo esteriore di valentia; la lode come elogio non strettamente ad personam, ma da rivolgere all’intera casata del destinatario; la poesia come insostituibile strumento di gloria immortale. Lo stesso vale per l’ode ad Augusto vincitore sui Sigambri, tutta giocata sul rapporto con il modello pindarico, e condotta secondo un accorto uso della recusatio e della praeteritio che ricorda la struttura dell’“encomio a Policrate” ibiceo. Nel momento stesso in cui viene a formarsi l’impero romano, e di conseguenza si manifesta la necessità di offrirne una rappresentazione letteraria che possa diventare paradigmatica, due fra i massimi poeti augustei si volgerebbero dunque agli autori della lirica greca arcaica, noti e praticati nella Roma del tempo, di cui riprendono temi e arsenale retorico: pare emergere, insomma, una tendenza di riappropriazione retorico-letteraria, meritevole di indagini sistematiche su un campione testuale più ampio.
Im Aufsatz werden die literarischen Bilder der Kleopatra VII analysiert, der Königin des antiken Ägypten, welche die Verbündete des Antonius in seiner Auseinandersetzung mit Oktavian war. Oktavian ...hat Antonius und Kleopatra in der Schlacht bei Actium im Jahr 31 v. Chr. besiegt und Alexandrien im drauffolgenden Jahr erobert. Er propagierte Antonius als den verweiblichten Ehemann der Orientalin Kleopatra, der vermeintlich in Ausschweifung und außerordentlichem Luxus gelebt und eine drohende Gefahr für das römische Imperium und den Westen verkörpert habe. Darüber hinaus werden die Transformationen untersucht, die Kleopatras Bild in verschiedenen literarischen Gattungen in der Antike unterlief, seine Rezeption in der Renaissance-Malerei und im modernen Film. Dabei wird der Orientalismusbegriff von Edward Saïd in Bezug auf Aischylos’ Perser nuanciert, um herauszustellen, dass er die Perser nicht nur als mit griechischen Sitten vertraut darstellt, sondern auch als Barbaren. Weiter wird diskutiert, wie Oktavian durch seine politische Invektive gegen Antonius das Bild von Kleopatra beeinflusst hat. Augusteische Dichter arbeiteten in ihre Gedichte einige Reflexe von Oktavians Bild der ägyptischen Königin im Einvernehmen mit den Tropen ihrer jeweiligen literarischen Gattung ein. Horaz stellt in der Epode 9 Kleopatras Ehemann Antonius in einer der Invektive ähnlichen Weise als ihren Sklaven und Eunuchen dar. Im ersten Teil der Ode 1.37 suggeriert Horaz, Kleopatra sei ein Monster und eine verruchte Königin, wohingegen er im zweiten Teil betont, dass sie ihre Niederlage mit der Würde einer guten Herrscherin angenommen habe. Römische Elegiker schildern Kleopatra passend zu den Tropen der Liebeselegie als elegische Herrin und Antonius als ihren Sklaven. Vergil inszeniert in seiner Aeneis den Zusammenprall zwischen Kleopatras Osten und dem Westen, welcher durch Augustus repräsentiert ist, aber der epische Erzählrahmen der Episode, die Ekphrasis von Aeneas’ Schild, betont ihren fiktiven Charakter und hebt die Fluidität der stereotypen Zuschreibung von Fremdheit und Weiblichkeit hervor. In der europäischen Malerei und in Filmen eignete man sich stereotype und orientalisierende Kleopatra-Bilder an. Seit der Neuzeit ist Kleopatra zu einer konstruierten Figur geworden, die häufig im Dienste der orientalistischen Machtdiskurse, des nationalstaatlichen Imperialismus und im letzten Jahrhundert auch der Käuferlenkung steht.
Nell’antica Grecia, il mito delle Amazzoni, che, nell’immaginario collettivo greco, rappresentavano l’elemento “altro”, è spesso associato a tradizioni di fondazione e di eponimia in rapporto a ...città, soprattutto nella Ionia e nell’Eolide d’Asia Minore. Queste tradizioni si possono rintracciare in racconti locali, che si sono conservati fino all’età imperiale romana, in un momento in cui, in particolare, si assiste ad una ripresa delle tradizioni greche arcaiche e classiche durante la seconda sofistica. L’epoca dell’imperatore Adriano, più di ogni altra, sarebbe stata importante per la rinascita ed il recupero di questi miti di fondazione, in quanto molte città ioniche ed eoliche (come Efeso, Smirne, Cuma e Mirina) creavano un nesso con il loro passato e con la loro origine per mezzo della figura dell’Amazzone, rappresentata anche sulla monetazione locale, con l’obiettivo di affermare la loro antichità e priorità: tali tradizioni sono attestate anche nelle fonti letterarie. Grazie alla remota antichità ed adattabilità, il mito di fondazione basato sulle Amazzoni attraversò diversi processi di rielaborazione e rifunzionalizzazione e fu riutilizzato come “paradigma” in Asia Minore, soprattutto in età imperiale, per sottolineare l’archaiologia delle antiche poleis. Queste elaborazioni, fondate su antiche tradizioni mitiche locali, sono state determinanti per riaffermare e rivendicare l’identità culturale ed etnica dei Greci sotto l’Impero romano in un preciso momento storico. Obiettivo del presente lavoro è indagare i processi di costruzione e ri-costruzione dell’identità cittadina attraverso l’analisi delle fonti relative ai racconti di fondazione e di eponimia attestati in Ionia e in Eolide in relazione al particolare contesto legato al revival delle tradizioni locali greche in età imperiale.
Certamente non è facile distinguere l’eredità culturale latina dall’imperialismo romano, poiché in questo caso si tratta di una sorta di espansionismo culturale – nondimeno il filosofo francese Rémi ...Brague ha cercato, senza trascurare la realtà storica, di definire come suo tratto centrale l’eccentricità, cioè il fatto di trarre la propria identità da una fonte esterna. Partendo dal concetto che la cultura é un elemento acquisito, qualcosa di secondario, la cultura medesima in quest’accezione, che sorge dalla propria alterità rispetto all’altro, acquisisce un ruolo estremamente importante. Quest’atteggiamento viene definito come «via romana» e viene considerato dall’autore una formula specifica che definisce l’evoluzione di tutta la cultura europea. Le sue fonti esterne sono la grecità, che la cultura europea ha ereditato dal paganesimo romano, e la tradizione religiosa ebraica nella quale è radicato il cristianesimo. Sembra che questa formula si sia realizzata nel contesto reale in base a due presupposti: il primo è – aldilà delle inevitabili dinamiche trasformazioni – un minimo nucleo duraturo; il secondo una realtà antropologica che rappresenta un elemento di trascendenza rispetto alle singole realtà culturali, al quale tutte appartengono. Quest’ultimo concetto, che è stato alcuni decenni fa sottolineato da Leszek Kołakowski, pone un’interessante sfida ai paradigmi scientisti della sociologia attuale ed inaugura nuovi aspetti alla discussione riguardo all’imperialismo.
This paper explores literary images of Cleopatra VII, the queen of ancient Egypt, who was an ally of Antony in his struggle against Octavian. Octavian defeated Antony and Cleopatra at Actium in 31 ...BCE, and conquered Alexandria in the next year. In his political invective Octavian propagated Antony as the effeminate husband of an Oriental Cleopatra living in extraordinary luxury and excess, who presented an imminent danger to the Roman Empire and the West in general. The paper investigates the transformation of Cleopatra’s image in various literary genres in antiquity and their reception in Renaissance painting and in modern film. It considers Edward Saïd’s Orientalism in relation to Aeschylus’ Persae, and discusses how Octavian’s political invective against Antony shaped the image of Cleopatra. Augustan poets reflected on Octavian’s image of the Egyptian queen and depicted Cleopatra in accordance with the tropes of their genre. Horace depicts Cleopatra’s husband Antony in the manner of an invective as her slave and eunuch in the Epode 9. In the first part of his Ode 1.37, Horace depicts Cleopatra as a monstrous and mad queen, but in the second part he stresses that she faced her defeat with dignity as a good ruler. Roman elegists present Cleopatra according to the tropes of love elegy as an elegiac mistress and Antony as her slave. Vergil in the Aeneid depicts the clash between Cleopatra’s East and West, represented by Augustus, although the poet’s framing of the episode underlines its fictive character and emphasizes the fluidity of the stereotypical allegations of foreignness and femininity. Later receptions expand on Cleopatra’s Oriental character, which was instrumentalized by the emerging European Imperialism and Orientalism of 19th century. Stereotypical and orientalising images of Cleopatra were appropriated in painting and film to reproduce power relations, as well as to incite consumption of goods related to the image of the Egyptian queen.