The intensive demographic colonisation of Libya was the result of the ambitious political and ideological programme implemented by Fascism, from the 1920s to the 1940s, with the aim of ruralising and ...enhancing scantly anthropized territories thanks to the agricultural work of the new settlers who arrived from Italy. In Cyrenaica and Tripolitania, twenty- four rural villages and hamlets were built between 1934 and 1940 by architects who had received the “colonial call”, an opportunity to experiment with the “architecture of the Mediterranean”. Critical analysis of these projects has identified recurring “generating” elements of a landscape, urban planning and architectural nature, which are essential and common to all planimetric layouts even if at a different scale and with more or less articulated and complex solutions, such as the square and the church. For the regime’s propaganda, the rural centre was assumed both as the vehicle to transmit the values and symbolism of strategic politics and as the instrument through which to implement all the interventions to foster Libyan transformation. These architectures were more “narrated” than actually experienced, because the actual “up and running” was limited to a very short time interval. Furthermore, we can say that the rural villages and the system of farmhouses were idealised and almost bucolic places, so much so that the story comes across as merely a late anachronistic attempt.
The essay had its golden age during the Twentieth century. These pages retrace some of the most creative dominants from a literary point of view. The first part highlights the general characteristics ...of the essay, whose relevance seems to be embodied in the work of Raffaele La Capria, in his liquid and floating style. In the following three sections we proceed to the study of as many peculiarities of twentieth-century essayism: the eclecticism, the dowsing gaze (typical of authors such as Cecchi, Praz, Debenedetti); curiosity for detail or anecdote, from which to derive a general vision (Longhi and Garboli); the wandering, the ability to cross the ages by reconstructing patterns of thought, or plausible stories (so in the case of Camporesi and Ginzburg). The last paragraph is dedicated to the experience of two essayists, Nigro and Ficara, who exploited euphoria, graft, anecdote in their personal search for a style oriented towards an inescapable ‘need for truth’ which is the ultimate imperative of critical essayism: a truth that forces the essayist to hesitate and resist in the face of certain forms of communication.
Il contributo esamina dal punto di vista linguistico i testi raccolti da Pasolini in Empirismo eretico (1971) e negli Scritti corsari (1975). I due volumi comprendono saggi e articoli che hanno ...caratteristiche diverse (per tematiche, ampiezza, ecc.), ma anche vari tratti comuni, primo fra tutti l’impostazione da polemista adottata dall’autore. Lo studio esamina i testi ai vari livelli di analisi linguistica, con particolare riferimento alla sintassi e al lessico. In questo secondo caso si segnalano alcune parole “inventate” da Pasolini, o che comunque hanno in lui la prima attestazione, e si considera la loro presenza (con relativa datazione) o assenza nella lessicografia dell’italiano contemporaneo.
Recensione del libro Titolo: Giorgio Raineri 1927-2012 Lingua del testo: Italiano Editore: FrancoAngeli Collana: Architetti italiani del Novecento Caratteristiche: formato 23X15,5 cm, brossura, ...colori ISBN: 978-88-917-7122-3 Anno: 2020
Questo contributo intende indagare le forme e i tempi dell’ingresso della poesia in dialetto nel canone storiografico nazionale. Tale verifica avverrà attraverso l’analisi delle più importanti ...antologie poetiche italiane pubblicate nel segmento diacronico che va dal 1920 al 2005. Non pare casuale che nel momento in cui l’unità nazionale è ancora incerta non ci sia spazio per la poesia in dialetto nelle antologie. In questa direzione le questioni che saranno sottoposte al vaglio sono l’esclusione/inclusione di poeti di indiscutibile valore estetico dalle antologie a loro contemporanee, le possibili ragioni politiche di tale processo di esclusione e le non meno rilevanti ragioni estetiche.
Gli archivi del Moderno costituiscono una preziosa fonte per indagare non solo l’evoluzione con cui il linguaggio grafico ha accompagnato e raccontato il progetto di architettura in un particolare ...momento della sua storia, ma, specie se riferiti all’orizzonte delle opere non realizzate, rappresentano anche uno straordinario strumento di lettura di quelle potenzialità, talvolta inespresse o di quelle utopie urbane che hanno segnato l’evoluzione del pensiero sulla città del XX secolo. Testimonianza preziosa in tal senso, è data dai disegni custoditi nell’Archivio privato di Frediano Frediani, che raccontano l’utopia urbana di una Napoli inedita, estremamente d’avanguardia e allo stesso tempo, profondamente radicata nella sua identità territoriale. Nel copioso materiale d’archivio qui si intende indagare su alcune architetture non realizzate di Frediani, in cui l’autore propone soluzioni sul waterfront che raccontano del rapporto del capoluogo campano con il mare, e che si inseriscono in un tratto di costa centrale nelle dinamiche urbane quotidiane.