L'omicidio d'onore in Italia è stato delegittimato solo di recente. Tuttavia, "sociali meteoriti del vecchio ordine continuano a ricadere sulla nostra legislazione ”. L'uccisione di donne e ragazze ...legata al genere è, in effetti, profondamente radicato fenomeno storico. È legato alla nozione istituzionalizzata di matrimonio come di patrimonio, secondo il quale una donna è una futura madre, quindi un bene. Per questa ragione, il matrimonio, sia esso istituzionalizzato o meno, è il rapporto tra un possessore e un posseduto. Questa relazione implica la perdita di quest'ultimo come un sé, un corpo, una persona. Questo breve articolo analizza alcuni testi di Clarice Gouzy Tartufari (1868-1933) e in particolare il suo romanzo "Rete d'Acciaio", in cui racconta la storia di una coppia di sposi che sembra dirigersi verso un destino fatale. Il marito cerca di difendere sua moglie dalla sua stessa possessività, ma finirà per ucciderla. Tartufari parla qui di un corpo e di una persona che viene annientata. Quindi la sua attenzione non è puntata né sul lato fisico né sul marito: è, piuttosto, fissa sul piano sociale e culturale. E' il contesto a cui appartiene il personaggio, che la priva di se stessa in quanto 'femmina'.
Il saggio analizza la produzione di Beppe Fenoglio e la sua continua ricerca volta alla ricerca del romanzo della resistenza, attraverso il filtro della sua indecisione delle sue rinunce. Si punta ...l'attenzione sulla prolificità di Fenoglio che scrive, riscrive, cancella, modifica, abbandona e riprende un testo dopo l'altro, cercando un qualcosa che da solo potesse testimoniare ai posteri la verità sulla Resistenza.
Breve recensione del volume a cura di Eleonora Cavallini "Scrittori che traducono scrittori.Traduzioni ‘d’autore’ da classici latini e greci nella letteratura italiana del Novecento".
Programmata su basi tecno-scientifiche, la città europea del terzo millennio rischia di dimenticare o banalizzare le distruzioni e i massacri di massa provocati dalla Seconda guerra mondiale. La ...poetica del frottage di Durs Grünbein mostra quanto i camouflages che addobbano le nostre città sconfessino l’unicità del vivente, suscettibile di emergere in ogni pietra e piazza d’Europa. Il cosmopolitismo perseguito da Grünbein lo radica a Dresda e a Hellerau come luoghi in cui per un breve periodo si realizzarono progetti di Lebensreform, tra i quali un’architettura e un’istruzione che comprendesse le classi meno agiate e gli esclusi. Fantasticate e fantasmatizzate come possibilità per il futuro, le immagini dell'infanzia e dell'adolescenza di Grünbein punteggiano la sua poetica urbana. Insieme alla senese Piazza del Campo e alla ricerca del genius loci, l'isola che non c'è diventa per tanto, nell’opera dell'autore di lingua tedesca, la cornice di una rappresentabilità della cittadinanza europea nutrita delle istanze ideali del Manifesto di Ventotene (1941) e dei Colloqui di Hertenstein (1946).
In questo numero, la sezione Open Field ospita una discussione incentrata su un saggio breve di Cynthia Ozick, Di chi è Anne Frank? Il saggio, pubblicato nel 1997, è stato tradotto in italiano nel ...2019. Gli interventi partono dal testo di Ozick per riflettere sulla genesi del libro di Anne Frank e per riflettere sulla presenza della Shoah nella cultura contemporanea.
Il contributo tende a mettere in luce i rapporti tra l’aspirazione novecentesca al discontinua urbani e la dispositio. Sulla base di una premessa centrata su tre questioni rilevanti (valore del ...centro, relazione ordine discontinuo/identità del manufatto, modalità di trasferimento delle condizioni di contesto nella spazialità discontinua), il testo approfondisce i contenuti del principio eteronomo e del metodo selettivo che hanno caratterizzato il contributo di alcuni maestri della scuola italiana nella seconda metà del secolo scorso.
Il contributo si propone di indagare i contenuti e la ricezione in Italia di Testi letterari e poesie da riviste clandestine dell’URSS, prima antologia di riviste dattiloscritte sovietiche, ...pubblicata nel 1966 dalla casa editrice Jaca Book e curata da Jean Ibsen (pseudonimo di Giovanni Bensi) e Nicola Sorin (pseudonimo di Sergio Rapetti). Il contributo mira a comprendere non soltanto gli echi prodotti dalla silloge, ma anche a riflettere sulle peculiarità letterarie della nuova generazione di autori già evidenziate dai curatori, nello specifico, l’attenzione verso una parola che potremmo definire ‘risorta’.