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  • The Socialist Sarajevo: bet...
    Gruosso, Stefania; Zejnilović, Emina

    Festival dell'architettura magazine, 01/2023 64
    Journal Article

    In the early 1960s, when Bosnia and Herzegovina was renamed to Socialist  Republic of Bosnia and Herzegovina, Sarajevo experienced an exponential growth and an economic and demographic boom that exceeded the availability of housing. To remedy this growth peripheral areas were occupied by newly built districts - “residential colonies”, which among other things reflected the gigantism of the socialist period, and proposed a system made up of blocks and super-blocks scattered in open territories. The architectural panorama was enriched by a series of new architectural editions, expressly inspired by the principles of functionalism and rationalism of the Bauhaus. All this has been created on the foundations made by a group of architects who returned to Sarajevo, and in Bosnia Herzegovina in general, after they had been trained in the most important European schools of architecture. Work of the new generations of Yugoslav architects marked a shift at the architectural scene in the 1960s who experimented with the “modernist” interpretations of authentic local architectural expression. The paper intends to retrace some of the main stages of “modernization” of Sarajevo and highlight the singularity of architectural production that is, internationally, still unknown. All'inizio degli anni '60 Sarajevo conobbe una crescita esponenziale e un boom economico e demografico tali da non riuscire a soddisfare la domanda di alloggi. Per rimediare a questa crescita, le aree periferiche, furono occupate da quartieri di nuova costruzione che riflettevano il gigantismo del periodo socialista e proponevano un sistema fatto di isolati e super-isolati sparsi in territori aperti. Il panorama architettonico si arricchì di una serie di nuove espressioni architettoniche, inequivocabilmente ispirate ai principi del funzionalismo e del razionalismo del Bauhaus. Tutto questo è stato possibile grazie al contributo di un gruppo di architetti rientrati in Bosnia Erzegovina dopo essersi formati nelle più importanti scuole di architettura europee. Il lavoro della nuova generazione di architetti jugoslavi generò un significativo cambiamento nella scena architettonica degli anni '60. Il contributo intende ripercorrere alcune delle principali tappe del processo di “modernizzazione” di Sarajevo per sottolineare la singolarità di una produzione architettonica che, a livello internazionale, è ancora sconosciuta.