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  • Rondini, Andrea

    Enthymema (Milano), 12/2014, Volume: 11, Issue: 11
    Journal Article

    Nello scrittore Emanuele Trevi è possibile rinvenire una teoria iniziatica della letteratura. Essa concepisce il testo letterario sia come vettore di trasformazione per il fruitore sia come depositario dell’originaria cultura iniziatica, accesso alle verità nascoste dell’esistenza. Il testo appare come uno degli ultimi, se non l’ultimo, contenitore di questa sapienza primordiale: centrale nelle società e nelle religioni antiche, oggi tale grande codice appare sostanzialmente perduto. Interlocutori di Trevi sono storici delle religioni (Schuré, Corbin, Eliade), narratori (Apuleio, Melville, Collodi, V. Woolf, Joyce), protagonisti in prima persona di viaggi iniziatici (Artaud), filosofi e critici (Agamben, Zolla, Citati, Calasso, C. Campo). La teoria elaborata da Trevi sembra voler uscire da un esclusivo perimetro letterario e recuperare una dimensione antropologica dell’espressività simbolica che contenga anche, in uno stretto circolo ermeneutico, musica e pittura. La letteratura si avvicina in ultima analisi a un‘esperienza di apprendistato e a un rito sacro.