Lo studio di una lingua-cultura straniera in classi monolingui porta gli allievi a confrontarsi su credenze costruite nel loro immaginario discorsivo, spesso basate su conoscenze superficiali o ...stereotipate, soprattutto per l’assenza di materiale specifico che serva da supporto per l’approfondimento di dati culturali. Le “conoscenze sul mondo” condivise dagli studenti possono essere usate come punto di partenza nella costruzione di un’immagine “altra” della cultura del paese della lingua studiata, in corsi basati sullo sviluppo della competenza comunicativa, come suggerisce il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER, 2001). Sarebbe quindi auspicabile che gli studenti di corsi di una lingua straniera svolgessero attività che possano contribuire alla costruzione di competenze che mettano in gioco le loro caratteristiche personali, come motivazione, valori, conoscenze precedenti e stili cognitivi. Imparare a comunicare a prescindere dalle differenze di comportamenti culturali di partenza e svolgere attività che sviluppino uno sguardo critico di confronto tra culture fa sì che ci si appropri di un bagaglio fondamentale per poter riflettere sulle differenze e sui punti di contatto tra la propria cultura, in questo caso quella brasiliana, e quella dell’”altro”, nel nostro caso, quella italiana.
ÄŒinjenica da je u sestrinstvu zaposleno viÅ¡e žena nego muÅ¡karaca može dovesti do pretpostavke da je ovo ženska profesija, a sam rodno odreÄ‘ujući naziv ove profesije dodatno podupire ...takve stavove. DruÅ¡tvena podjela uloga na ženske i muÅ¡ke možda nigdje drugdje nije toliko vidljiva koliko u sestrinstvu. NetoÄna je pretpostavka da je sestrinstvo oduvijek bilo “žensko†zanimanje, što potvrÄ‘uju povijesni zapisi, a tek je u 19. stoljeću utemeljiteljica modernog sestrinstva Florence Nightingale svojim uvjerenjem da je briga i njega za bolesne rezervirana za žene dovela do feminizacije sestrinstva. Iako je danas broj medicinskih tehniÄara veći negoli u 19. stoljeću, joÅ¡ uvijek se oni na svojim radnim mjestima, ali i u druÅ¡tvu, susreću s brojnim stereotipima.
This study aimsat explaining how the figure of "the mistress", as classically depicted in novels and other cultural products, is discursively deconstructed by the Venezuelan writer Elena Vera in her ...work De amantes (Of lovers), an anthology where a new woman is portrayed; one who moves away from the villain stereotype, as well as from that of the victim of love. Six poems, which give an account of each of the aspects studied such as: non-victimization, otherness, irony, as well as the structure of the work, were taken from this work. In this research we conclude that Elena Vera is one of the poets inscribed in the tradition of literature made by women in 20th century Venezuela, which presents audacity in its themes, firmness in its positions, and a clean and plain writing, which is still, nonetheless very profound
Cet article vise à expliquer comment la figure de "l'autre", ou amant classique, connue à travers les romans et autres produits culturels, est discursivement déconstruite par l'écrivain vénézuélienne Elena Vera dans son ouvrage De amantes, un poemario, où est dessinée une nouvelle femme, qui s'éloigne du stéréotype du méchant, ainsi que d'une victime par amour. Six poèmes ont été tirés de cet ouvrage, qui rendent compte de chacun des aspects étudiés tels que : la non-victimisation, l'altérité, l'ironie, ainsi que la structure de celle-ci. L'article conclut qu'Elena Vera, est l'une des poètes inscrites dans la tradition de la littérature faite par les femmes au Venezuela du XXe siècle, qui présente de l'audace dans ses sujets, de la fermeté dans ses positions, et une écriture propre et simple, mais pas pour autant, moins profonde.
Questo articolo si propone di spiegare come la figura dell '"altra", o amante classica, conosciuta attraverso dei romanzi e altri prodotti culturali, viene decostruita discorsivamente dalla scrittrice venezuelana Elena Vera, nella sua opera De amantes, un libro di poesie, dove viene disegnata una nuova donna, che si allontana dallo stereotipo della cattiva, oltre che vittima per amore. Sono state prese come campione sei poesie di quest’opera, che tengono conto di ciascuno degli aspetti studiati, come: non vittimizzazione, alterità, ironia, nonché la sua struttura. L'articolo conclude che Elena Vera è una dei poeti iscritte nella tradizione della letteratura fatta dalle donne nel ventesimo secolo (s.XX) in Venezuela, che presenta audacia nei suoi temi, fermezza nelle sue posizioni e una scrittura pulita e piatta, ma non quindi, meno profonda
Este artigo explica como a figura da "outra" ou amante clássica, conhecida por meio de romances e outros produtos culturais, é desconstruída discursivamente pela escritora venezuelana Elena Vera em sua obra De Amantes, um poemáriono qualse desenha uma nova mulherque se afasta do estereótipo de vilã, bem como de vítima por amor.Foram tomados como amostra seis poemas dessa obraque dão conta de cada um dos aspectos estudados como a não vitimização, alteridade, ironia e sua estrutura.O artigo conclui que Elena Vera é uma das poetisas inscritas na tradição da literatura feita por mulheres venezuelanas do século XX, que apresenta audácia em seus temas, firmeza em suas posições e uma escrita limpa e plana, mas não, portanto, menos profunda
Este artículo se propone explicar cómo la figura de “la otra”, o amante clásica, conocida a través de novelas y otros productos culturales, es deconstruida discursivamente, por la escritora venezolana Elena Vera en su obra De amantes, un poemario, en donde se dibuja a una nueva mujer, que se aleja del estereotipo de villana, así como de víctima por amor. Se tomaron de muestra seis poemas de esta obra, que dan cuenta de cada uno de los aspectos estudiados como son: la no victimización, la alteridad, la ironía, así como la estructura de la misma. El artículo concluye que Elena Vera, es una de las poetas inscritas en la tradición de la literatura hecha por mujeres en la Venezuela del siglo XX, que presenta audacia en sus temas, firmeza en sus posturas, y una escritura limpia y llana, pero no por eso, menos profunda.
Il saggio della comparatista e germanista tedesca Ruth Florack, “Ethnic Stereotypes as Elements of Character Formation” (2010) rappresenta un interessante punto di partenza per riflettere nuovamente, ...e diversamente, su una delle questioni narratologiche (oltre che retoriche) più longeve e affascinanti, qual è il Personaggio. A differenza degli approcci narratologici più classici, in questo caso ci si focalizza su una questione già centrale per aree di studio quali l’imagologia, gli studi culturali e gli studi postcoloniali. Si tratta della caratterizzazione del Personaggio attraverso degli stereotipi etnici, nazionali e culturali, oltre che tramite delle strutture imagotipiche di più lunga durata, nelle quali le categorie dell’origine e dell’appartenenza etnico-culturale vengono configurate e col tempo modificate. Se fino all’inizio del XX secolo i ‘caratteri nazionali’ erano stati considerati alla pari di categorie neutrali della descrizione, nel corso della seconda metà del XX tale nozione essenzialistica è stata definitivamente messa in discussione. Ciò non significa, tuttavia, che all’interno di testi narrativi contemporanei non si perpetuino elementi di origine extra-testuale quali gli stereotipi etnici, o, viceversa, che la caratterizzazione e l’agire di singoli personaggi letterari non siano improntati sull’esigenza, nello stesso storyworld, di prendere le distanze da simili stereotipi. Anzi, tali elementi dell’immaginario collettivo vengono, come scrive Ruth Florack, «diffusi e codificati dalla letteratura e dagli altri media, e continuano a venir codificati» all’interno di questi stessi linguaggi, proprio in base al loro statuto (in senso ampio) comunicativo. E dunque, considerando che nel nostro presente – e nonostante le tragedie collettive di cui è stato testimone il XX secolo – è ancora possibile parlare di una vera e propria “epidemia dell’immaginario” (Žižek 1997) in cui l’uso di stereotipi etnici troneggia nella comunicazione dei mass media e della comunicazione politica, è bene che la ricerca letteraria si focalizzi sulla capacità della letteratura di produrre scarti e di prendere le distanze dalle idee dominanti sull’Altro. È bene mettere a punto, affinandone gli strumenti metodologici, una “imagologia del Personaggio” che metta in luce le problematiche dell’appartenenza legate alla dialettica tra etero- e auto immagini, nonché le narrazioni in grado di tematizzare l’ibridazione identitaria, e che riescano a creare, sul piano estetico ma anche etico, un quadro dinamico e (auto)critico.
Il presente saggio, a partire dall’analisi di un corpus di libri di storia per la scuola primaria, vuole comprendere come e quanto le immagini possano essere portatrici di sapere e quanto invece ...possano ingenerare stereotipi e misconoscenze negli alunni. Le pagine dei manuali sono sempre più ricche di elementi iconografici, probabilmente per rispondere alla modalità di apprendimento simultanee e proprie dei ragazzi dell’era digitale. Tuttavia questi elementi non sono autopoietici rispetto al sapere storico, ma richiedono una didattica specializzata per la loro decodifica ed interpretazione. Le immagini, infatti, possono essere utilizzate come fonti, secondo metodologie di ricerca laboratoriale, oppure possono essere mediatori di saperi storici, ovvero strumenti portatori di operazioni significative finalizzate allo sviluppo di competenze. Spesso però negli usi editoriali sono poco significative sul piano cognitivo, non utili al docente per una trasposizione didattica che metta gli alunni nella condizione di pensare storicamente.
In Croatian phraseology, until recently, there has not been a systematic research of gender elements in idioms. Gender has remained almost entirely outside the scope of research interest of Croatian ...phrenologists. In order to fill this gap in the linguistic study of gender, extensive research was conducted into gender-marked idioms, which is presented in this paper. The research included gender-marked idioms of the Croatian language in comparison with Russian idioms as an attempt to show how gender stereotypes appear on the phraseological level in Croatian and Russian and how the concepts of MASCULINITY and FEMININITY are formed in the two languages by using phraseological mechanisms. The results of the research have shown how gender is generally conceptualized as a socio-cultural category and how the concepts of ‘man’ and ‘woman’ are created on established images and stereotypes inherent in the phraseology of these two related languages and cultures that use them. Furthermore, the research has confirmed the assumption of the dominant similarity between the conceptualization of ‘woman’ and ‘man’ in the Croatian and Russian androcentric oriented culture as reflected in phraseology and has shown insignificant differences, conditioned by specific national and cultural stereotypes and the established notions of the gender roles among individuals of both sexes.
U radu se izlažu neki od rezultata istraživanja zasnovanoga na intervjuima sa slijepim i slabovidnim osobama u Zagrebu. Rasprava pokazuje da je iskustvo slijepe osobe u javnim prostorima grada dio ...interakcije između njezina vlastita tijela, fi zičkih obilježja urbanoga okoliša te dominirajućih društvenih diskursa o slijepima. U toj su interakciji društveno i tjelesno uzajamno povezani. U prvome dijelu rada razmatra se prostornovremenska dimenzija mobilnosti slijepih osoba u urbanom prostoru. Analiza je pokazala da gradska struktura, uređenje i infrastruktura, koji su oblikovani primarno za osobe bez tjelesnih oštećenja, utječu na prostorno-vremenske modele kretanja slijepih, što se iskazuje u svođenju kretanja na ograničen broj ruta i u vremenskim ritmovima koji su usklađeni s tijelom, s njegovim limitima i mogućnostima. U drugome se dijelu rad fokusira na stereotipe. Autorica dolazi do zaključka da se u uobičajenim stereo tipima o slijepima: a) identitet slijepe osobe svodi na njezinu sljepoću, b) slijepima se pripisuju neke “neobične” karakteristike, c) podcjenjuje se sposobnost slijepih da samostalno obavljaju svakodnevne stvari, d) nesposobnost osobe da vidi generalizira se u pretpostavku njezine opće nesposobnosti. Pritom se stereotipi, koji tjelesno obilježje prerađuju u društveni imaginarij, materijaliziraju u obliku društvenih prepreka s kojima se suočavaju slijepi. Rezultati rada argumenti su za model invaliditeta koji bi prepoznavao realnost tijela s fi zičkim oštećenjem, a pritom bi osiguravao pravedan i nediskriminatoran društveni okvir u kojem bi se sposobnosti osoba s invaliditetom mogle slobodno realizirati.
Attraverso un'analisi selettiva dei mezzi d'informazione, nazionali e locali, cartacei e on-line, sono state ricostruite le fasi salienti della comunicazione della ricostruzione post-sisma della ...città di L'Aquila, in particolare dal 2012 al 2016, per comprendere le relazioni tra istituzioni, media e opinione pubblica, individuando stereotipi positivi e negativi sul tema. Sono stati esaminati approfonditamente 237 articoli che hanno trattato la ricostruzione e le azioni dell'Ufficio Speciale della Ricostruzione della città dell'Aquila. Assieme all'analisi qualitativa degli articoli, il ricercatore ha raccolto interviste dei giornalisti che hanno seguito le vicende dal 2009 ad oggi.
The paper deals with travelogues written by women from the Slovene lands in the late 19th and the early 20th centuries. The primary focus is on the travelogues of Luiza Pesjak, Marica Strnad, Marica ...Gregorič Stepančič, Marija Kmet, and Alma Karlin. Women's travel has a special cultural status. Three aspects are considered in the article: genre peculiarities of the texts (purposes of travel, categories "one's own/other/foreign"), gender and national issues and the interconnection of them, as this this period when the struggle for the emancipation of women begins as well as the national identity actively takes shape.