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Celotno besedilo
Recenzirano Odprti dostop
  • Meozzi, Tommaso

    Enthymema (Milano), 12/2016, Letnik: 16, Številka: 16
    Journal Article

    L’articolo analizza Gehirne (1916) di Gottfried Benn, evidenziando come attraverso il rapporto medico-paziente siano elaborati nuclei psicologici profondi che riguardano sia le gerarchie sociali (il rapporto tra il medico Rönne e i «borghesi») che, ad un livello inconscio, la relazione padre-figlio. La «prosa assoluta» di Benn, parificando il vivente nel continuo divenire e nell'impotenza di fronte alla morte, è vista in questa prospettiva come un mezzo per eliminare la competizione edipica. Allo stesso tempo essa veicola una critica al linguaggio quotidiano, fondato su illusorie differenze vissute narcisisticamente e aggressivamente verso gli altri. Al linguaggio delle «individualità», Benn oppone una prosa ad alto contenuto analogico che frantuma le autorappresentazioni dell'io e proietta un eros fusionale (si parlerà di qualità «tattile» della vista) nei vuoti di significato che vengono a crearsi.