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  • 'Incomers'? The image of th...
    Chmiel, Piotr

    Razprave in gradivo - Institut za narodnostna vprasanja (1990), 12/2010, Letnik: 63
    Journal Article

    The article describes the way in which the Italian authors of the beginning of ther 20th C. represented the 'Slavs', i.e., Slovenes and Croats, who inhabited the region of Istria. The aim is to reconstruct the terminological system used by them as well as the main features of the 'Slavic' identity which emerges from the texts analysed. It seems that, whatever the political views of an author, the 'Slavs' used to be perceived as newly arrived persons in the public life of the Istrian towns of the littoral, towns mostly inhabited by the Italians. Such persons were considered dangerous from the perspective of any eventual change in the political borders of the region. According to the texts on the personal level 'Slavs' were very traditional with respect to religious issues. They were rather exotic, being the owners of particular and inexplicable souls. They were also treated as members of an inferior civilisation that was penetrated by Italian influences. However, the vision of the authors cannot be classified as a colonial one. It is rather another model of discourse, defined here as a discourse on 'Incomers'. It seems that this model may explain the characteristics of some journalistic visions present in the contemporary press. // ABSTRACT IN ITALIAN: L'articolo illustra il modo in cui negli scritti di autori italiani dell'inizio del Novecento vengono rappresentati gli 'slavi', ossia gli sloveni e i croati che vivono in Istria. Nell'articolo si cerca in particolare di ricostruire il sistema terminologico usato nonché i tratti principali dell'identità dello 'slavo' che emergono dai testi analizzati. Sembra che, nonostante le diverse opinioni politiche degli autori, uno slavo venga percepito come un nuovo arrivato nella vita pubblica delle città istriane della costa, prevalentemente abitate da italiani. Esso è pertanto ritenuto pericoloso nella prospettiva di un eventuale cambiamento di appartenenza politica della regione. A livello personale, dai testi emerge la figura di uno 'slavo' per un verso molto tradizionalista in questioni confessionali, per un altro verso invece un po' esotico, in quanto dotato di un'anima particolare e inafferrabile. Esso è anche considerato come appartenente a una civiltà inferiore, permeata da influenze italiane. Tuttavia la visione degli autori non può essere classificata come coloniale. Si tratta piuttosto di un altro modello di rappresentazione, definito nel presente contributo come discorso sul Nuovo Arrivato. Si ipotizza che questo modello spieghi le particolarità di alcune rappresentazioni giornalistiche piuttosto diffuse oggi.