Enea Silvio Piccolomini, il 22 aprile 1456, da Napoli, inviò al Panormita una lettera, che offriva un articolato commento ai Dicta aut facta Alfonsi regis, che il Panormita aveva pubblicato poco dopo ...il 26 agosto dell’anno precedete. Il Commento attesta la rapida ricezione dell’opera del Panormita, ma offre anche una significativa testimonianza sulle attese della Crociata, promessa e mai compiuta da Alfonso il Magnanimo. In questo articolo si presenta un passo inedito del Commento del Piccolomini, che, presumibilmente censurato dall’autore, rivela l’attento impegno di revisione che egli riservò alla sua breve, ma evidentemente non occasionale opera.
In the oration Moyses, vir Dei (1452), the Italian humanist Aeneas Silvius Piccolomini addresses the pope, Nicholas V, the request for a crusade against the Turks. In addition to exposing the ...necessity and feasibility of a crusade, Piccolomini addresses the issue of papal authority. Indeed, on the one hand, the oration admits the superiority of pontifical power over imperial or conciliar power; on the other hand, it identifies the pope as the only person having the authority to decide on crusade matters. In both cases, Piccolomini resorts to identifying the pope with Moses, inheriting two Medieval and Renaissance traditions. According to the first one, Mosaic authority is the model for papal authority. Received directly from God, it is therefore indisputable, insurmountable and indivisible. According to the second tradition, Moses is the typological prefiguration of Christ and of the crusader leader, intent on leading the Chosen People towards earthly and eternal freedom. The present study aims to analyze the interplay, in the oration, of these two typological frames.
Presso l’Archivio di Stato di Siena sono conservate 27 lettere inedite, scritte tra il 1455 e il 1458 da Enea Silvio Piccolomini al governo di Siena in qualità di mediatore dei rapporti diplomatici ...intrattenuti dalla repubblica con papa Callisto III. Il presente studio si propone di offrirne un’analisi contenutistica e stilistica e di vagliarne gli aspetti peculiari nel complesso panorama della biografia e della produzione del futuro Pio II.
Il "Compendio de le Istorie del Regno di Napoli" di Pandolfo Collenuccio (pubblicato postumo nel 1539) è la prima ricostruzione complessiva della storia del Regno. È un testo molto compatto ...ideologicamente, dettato dalla convinzione che il Mezzogiorno sia stata sempre stato caratterizzato da un'insita instabilità politica. Nonostante la sua importanza, non esistono molti studi sulle fonti usate, che servono a farci capire il metodo di lavoro e le effettive idee dell'autore. In questo articolo si indagano le fonti usate per ricostruire le vicende di Alfonso il Magnanimo: le principali sono il "De Europa" di Enea Silvio Piccolomini (papa Pio II) e il "De dictis et factis Alphonsi regis" di Antonio Beccadelli (Panormita), probabilmente nella versione commentata dallo stesso Piccolomini. Sorprendentemente manca Bartolomeo Facio, autore dell'opera storiografica piú ampia sul re aragonese.
This article reflects on the centrality of the senses of sight and hearing in the birth of romantic love. It explores the treatment of two forms of love, natural and divine, in fifteenth- and early ...sixteenth-century Italy, tracing the initial movements of the former and shifts in the latter. Making use of two literary works, by Enea Silvio Piccolomini (Pope Pius II) and Pietro Bembo, two paintings, by Leonardo da Vinci and Raphael, and several treatises on marital obligation and the "marital debt", it charts the emergence of the idea that sensual love was legitimate in marriage and the impact of affective mysticism on the concept of divine love.
Le lettere di Enea Silvio Piccolomini sono largamente note; allo stesso tempo, si riconosce senz’altro una sorta di “predilezione” da parte di Piccolomini per il genere epistolare. A questi richiami, ...tuttavia, ben raramente ha corrisposto un’attenzione diretta al carattere di questa fonte. Prendendo come punto di partenza l’edizione curata da R. Wolkan, il saggio cerca di offrire un primo riesame della corrispondenza del Piccolomini compresa fra il 1431 e il 1454, concentrando l’attenzione sui caratteri della sua produzione epistolare, sulla costruzione della rete dei corrispondenti, fino a considerare anche il rapporto fra le lettere familiari (le “Privatbriefe”) e le lettere pubbliche (gli “Amtliche Schreiben”). La scrittura epistolare del Piccolomini, da questo punto di vista, si rivela in particolare fortemente connessa alla maturazione della sua esperienza personale, in un rapporto assai stretto fra politica e cultura.
Les ruines comme mémoire des crimes du passé Wittenburg, Andreas
European review of history = Revue européene d'histoire,
10/1/2011, 2011-10-00, 20111001, Volume:
18, Issue:
5-6
Journal Article
Peer reviewed
Of the various types of ruins, some are precipitated by nature and time, but others, more violently, in conflict and war. Such ruins act as signs of wasteful and destructive human acts, and often ...carry hortatory overtones for the viewer. The ruin, far from being a 'mark of peace' (as Simmel, in his classic article suggests), is a sign that warns of man's violent nature. This idea is explored in this paper, in part, through the work of modern artists Anselm Kiefer and Anne and Patrick Poirier. Author then looks to the ancient world, to Greece and Rome and to such examples as Rome and Athens, as well as to iconic modern sites such as the Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche in Berlin and the Königsplatz in Munich. The author offers a summary typology of the ruin and suggests that we can construct a model of restless yet significant sites.
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