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  • Daria Motta

    Prassi ecdotiche della modernità letteraria, 12/2020 5/II
    Journal Article

    Il romanzo Una peccatrice, ultimato a Catania nel 1864 ma pubblicato nel 1866 dopo una revisione di due anni e soprattutto dopo il primo periodo trascorso da Verga a Firenze, documenta la maturazione della competenza linguistico-stilistica del giovane autore, nonostante egli stesso abbia liquidato il testo solo come un «peccato di gioventù». L’analisi linguistica delle varianti ci rivela le direttrici lungo le quali Verga si muoveva per allontanarsi dalla lingua ancora stentata delle sue prime prove catanesi. Le varianti lessicali testimoniano un andamento che a prima vista può apparire contrastante, ma che in realtà tende a raggiungere un’ideale lingua “media”, bilanciata tra opposte tensioni: vi si riscontra un innalzamento di registro rispetto alla prima stesura, nel tentativo di rappresentare più realisticamente l’ambiente borghese e mondano in cui la vicenda è ambientata, e al contempo la ricerca di una lingua più sciolta e scorrevole di quanto non fosse nella versione originaria. Inoltre, Verga si allontana da un dialetto che a tratti emergeva ancora troppo chiaramente e in maniera irriflessa nella prima versione del testo.