This article investigates the figure of Elisabetta Caminer Turra (1751–96) and the role she played in the Italian reception of English novels during the eighteenth century. One key characteristic of ...Caminer Turra’s editorship of Giornale enciclopedico (1774–82), Nuovo giornale enciclopedico (1783–89), and Nuovo giornale enciclopedico d’Italia (1790–96) was the diffusion of foreign culture in the Italian peninsula: during her career she always aimed at the renovation and improvement of the intellectual milieu of the time. Caminer Turra’s journals played an important role in the Italian reception of foreign literature during the second half of the eighteenth century. The goal of this study is to show (a) how English novels were reviewed, censored, and introduced to the Italian public through the many articles, reviews, and announcements that appeared in the journals she supervised, and (b) to examine, from a stylistic, thematic, and political point of view, the ways in which she played her role as maker of culture and arbiter of taste, in order to clarify the importance of her function as a cultural mediator.
Since the beginning of their capillary diffusion in the Italian peninsula, gazettes contained multitudes of articles about the prominent writers of the time, and were one of the most effective tools ...for spreading knowledge and information. Nevertheless, the role played by the Italian gazettes in the reception of foreign culture has not been sufficiently investigated. This paper focuses on a particular case study, namely the reception of Walter Scott and his work in the gazzette published in Milan, Turin, Parma, Florence and Naples. The choice of Scott as a case study is not arbitrary: a preliminary reading on the corpus shows that no other foreign author is mentioned as many times as the Scottish novelist. The aim of this article is primarily to show how the Italian gazettes recurrently selected and republished articles about the writer taken from many sources belonging to the British and French press, and explain the attitude the Italian journalists had towards them; secondarily, the study will demonstrate how this crosscultural and polycentric approach favoured the wide spread of information about Scott across the peninsula, which contributed to designing a portrait of the writer even without being in close contact with him or his cultural context.
L'articolo rappresenta il primo passo di un'ampia indagine sulla ricezione di Walter Scott nella stampa periodica italiana della prima metà dell'Ottocento. Lo studio ambisce a spiegare alcune delle ...tendenze che regolavano la diffusione europea delle informazioni sullo scrittore scozzese. Attraverso la minuziosa ricostruzione di casi-studio esemplari, verrà mostrato il percorso compiuto dalle notizie su Scott introdotte nella penisola e provenienti dalla Gran Bretagna. Verrà dimostrato come la fama dello scrittore sia stata costruita attraverso un flusso policentrico di informazioni, nel quale la mediazione francese giocò un ruolo determinante. In ultima analisi, il saggio si sofferma sulla ricostruzione della circolazione 'interna' delle notizie tra i vari stati preunitari. Il fatto che le gazzette italiane si citassero reciprocamente con regolarità mostra come la capillare diffusione delle medesime notizie stesse contribuendo alla formazione di un pubblico 'italiano' che leggeva le stesse informazioni già prima dell'unificazione.
L'articolo descrive alcune delle tendenze che caratterizzarono la ricezione del romanzo inglese nella stampa periodica Veneziana del secondo Settecento, con particolare attenzione al ruolo di ...mediazione esercitato dalla cultura francese. Attraverso l'analisi di un caso esemplare, vale a dire i giornali appartenenti all'iniziativa editoriale guidata da Elisabetta Caminer Turra, verrà mostrato come la maggior parte delle notizie riguardanti il nuovo genere letterario proveniente dall'Inghilterra non fossero originali, e provenissero invece dalla stampa francese, che rappresentò per i giornalisti veneziani una inesauribile fonte d'informazioni. Articoli, recensioni e annunci di pubblicazioni venivano selezionati, tradotti e importati in Italia dopo un processo più o meno complesso di aggiustamento e censura. Individuare le dinamiche alla base di queste manipolazioni è cruciale per comprendere come la mediazione francese influenzò il processo di ricezione del romanzo inglese in Italia, oggetto letterario che ebbe un impatto dirompente sul panorama culturale e letterario dell'epoca grazie a strategie stilistiche, valori e contenuti profondamente innovativi.
L’articolo ambisce a investigare la percezione che Vincenzo Monti ebbe dell’Inghilterra nella sua poesia ‘politica.’ Piuttosto trascurata, anche a fronte di un sempre crescente peso culturale e ...politico, nella corrispondenza privata di Monti, l’Inghilterra trova invece uno spazio non piccolo nella produzione in versi del poeta. Un dettagliato close-reading delle opere più rilevanti svela infatti come le idee di Monti si siano tradotte in una serie di stilemi ed espedienti stilistici tipizzata, abbondantemente riusata e quindi facilmente riconoscibile. Questa standardizzazione operata da Monti concorre a dipingere ritratti ben precisi dell’Inghilterra in funzione dei propri scopi di poeta d’occasione, confermando al tempo stesso non una reale curiosità o meditazione sulla nazione come era stato per molti suoi contemporanei, ma piuttosto un interesse ‘strumentale,’ dato specialmente dalla necessità di includerla sulla scena di vivide rappresentazioni messe al servizio della propria poesia encomiastica, frutto di occasioni ‘ufficiali.’ Infine, l’indagine serve anche a comprendere alcune caratteristiche della poesia ‘politica’ di Monti: l’approfondimento del caso-studio in questione permette infatti di decifrare l’ecletticità del poeta per comprenderne alcune delle ragioni e manifestazioni.
A Glimpse of the City Penso, Andrea
Annali d'italianistica,
01/2019, Letnik:
37
Journal Article
Recenzirano
The article aims at reconstructing the perception of the dialectic between corporeity and urban spaces Giacomo Leopardi had during his stays in Florence, Rome and Naples. Leopardi was always a good ...observer of the dynamics occurring in social environments, and he was able to draw some conclusions concerning the impact of modern science and philosophy on the cities he was living in, and on the physical interactions of their inhabitants. In particular, the poet attacked the beliefs of the Italian liberals, and especially their certainty that progress would have led mankind to a golden age of prosperity soon. These beliefs are embodied, for instance, by the new social rituals flourishing around the urban spaces of the café or of the restaurant, where modern information was conveyed by the widespread gazettes that represented for Leopardi the symbol of the ephemeral modern knowledge.
L’articolo presenta due lettere di Melchiorre Cesarotti ritrovate dall’A. durante alcune ricerche condotte alla Bibliothèque Nationale de France su materiali manoscritti. La prima lettera è ...indirizzata a Voltaire, e riguarda la traduzione delle due tragedie Le Fanatisme, ou Mahomet e La Mort de César. Si tratta di una missiva già edita nel 1977 a opera di Theodore Besterman in Inghilterra nel quadro dell’edizione dei carteggi di Voltaire. Questo ritrovamento è passato però quasi inosservato nell’ambito degli studi di italianistica: l’articolo punta dunque a rilanciare l’interesse per questo fugace carteggio. La seconda missiva, che data al giugno 1803, è invece inedita e proviene dal fondo Custodi, inesauribile fonte di informazioni e curiosità. Il tema del secondo documento è molto diverso: Cesarotti comunica a Pietro Custodi di non poter prendere parte al suo progetto, la raccolta Scrittori classici italiani di economia politica, che iniziò a svilupparsi proprio nel 1803. Nonostante il rifiuto, il letterato padovano si ripromise di sollecitare qualche amico, esperto di economia, a fornire qualche contributo. Per meglio contestualizzare la seconda lettera, pertanto, l’A. si sofferma anche su un altro documento del fondo Custodi, vale a dire una missiva che l’economista veneziano Francesco Battaglia indirizzò proprio a Cesarotti, il quale l’aveva a sua volta incoraggiato a prendere parte al progetto di Custodi.