In this paper we introduce the main features of the KIParla corpus, a new resource for the study of spoken Italian. Among other specific features, KIParla provides access to a wide range of metadata ...that characterize both the participants and the settings in which the interactions take place. Furthermore, it is designed to be shared as a free resource tool through the NoSketch Engine interface and to be expanded as a monitor corpus.
Nel saggio si analizzano i ridoppiaggi in italiano delle canzoni dei classici del Rinascimento Disney trasportati in live-action negli anni Duemila: considerando la loro natura visiva e ...cinematografica, è stata messa in evidenza la loro evoluzione linguistica in sincronia e in diacronia, focalizzandone i tratti arcaizzanti, conservativi e modernizzanti. Dall’analisi emerge la scelta di una soluzione linguistica intermedia, che cerca di equilibrare tra loro una tendenza standardizzante e normativa, ed un’altra che ricorre agli stilemi del parlato-recitato, integrandole con alcuni tratti del canzonettese di classifica degli anni Duemila. I traduttori italiani proseguono così sulla strada del rinnovamento linguistico avviata nel canzonettese disneyano impiegato nelle traduzioni dei brani della major a partire dagli anni Novanta, senza tuttavia mai spingersi fino in fondo, con coraggio, verso l’italiano contemporaneo.
Il contributo vuole indagare la presenza, all’interno dei testi scritti di messaggistica istantanea, di tratti linguistici tipicamente riconosciuti come propri del parlato spontaneo. Lo studio si ...basa su testi provenienti da un corpus il cui allestimento (parte integrante della ricerca) è presentato nelle prime sezioni. Gli aspetti del parlato indagati sono stati la presenza di riformulazione, l’uso della ripetizione lessicale per garantire la coesione testuale e il ricorso al lessico polisemico. Nelle conclusioni, infine, si riflette sul ruolo che può avere la messaggistica istantanea nel processo di avvicinamento tra scritto e parlato nel quadro della storia linguistica dell’italiano, immaginando come tale tipologia testuale possa contribuire alla nascita di un italiano scritto informale. This paper aims to spark the interest in how written messages contain evidences of the spoken language. This research is corpus-based: in the initial chapters can be found a description of how data were collected to make the corpus. Reformulation, lexical repetition in textual cohesion and polysemic lexicon were recognized as linguistic aspects linked with the spoken language. In conclusion, how messages may be the way of a new contact between writing and speaking in the history of the Italian language will be revealed. Moreover, these texts are likely to represent an important development in a new form of informal written Italian.
This article applies a conversational approach to the analysis of the video courses from four L2/FL Italian textbooks currently on the market in order to explore their interactional characteristics. ...The qualitative analysis shows that these teaching materials share many traits with the so-called parlato filmico (virtual absence of all the phenomena characterizing spontaneous conversations, syntactically complete utterances etc.). In addition, some problematic aspects concerning the temporality and sequentiality of actions have been identified which make these interactions qualitatively different from natural ones. In general, comprehensibility seems to be privileged at the expense of plausibility in the production of these sit-coms. The results of this study show that these interactions are only partially similar to spontaneous ones, and thus not entirely suitable for educational use aimed at supporting the development of the learners’ interactional competence.
New Zealand English Gordon, Elizabeth; Campbell, Lyle; Hay, Jennifer ...
05/2004
eBook, Book
New Zealand English - at just 150 years old - is one of the newest varieties of English, and is unique in that its full history and development are documented in extensive audio-recordings. The rich ...corpus of spoken language provided by New Zealand's 'mobile disk unit' has provided insight into how the earliest New Zealand-born settlers spoke, and consequently, how this new variety of English developed. On the basis of these recordings, this book examines and analyses the extensive linguistic changes New Zealand English has undergone since it was first spoken in the 1850s. The authors, all experts in phonetics and sociolinguistics, use the data to test previous explanations for new dialect formation, and to challenge current claims about the nature of language change. The first ever corpus-based study of the evolution of New Zealand English, this book will be welcomed by all those interested in phonetics, sociolinguistics, historical linguistics and dialectology.
I mezzi di comunicazione si configurano ormai come un oggetto di studio esplorato da svariate prospettive, non ultima quella linguistica. Tra i tratti unanimemente riconosciuti ci sono la grande ...variabilità in conseguenza degli innumerevoli tipi di programma, in un incessante avvicendarsi di toni e registri. Lo stile brillante, espressivo, connotativo è stato spesso accostato ai mass media, che hanno, tra i loro obiettivi, quello di attirare l’attenzione dello spettatore con frasi a effetto, con un lessico comprensibile e facilmente riconoscibile. Questo tipo di lessico può scadere nello stereotipo, nella frase che si ripete uguale nello stesso contesto e nella stessa situazione, meccanismo spesso usato dai giornalisti dei quotidiani o dei telegiornali, che dovendo lavorare in tempi ristretti ricorrono a volte a una fraseologia e a un dizionario preconfezionati; alcuni esempi: scendere in campo, a 360 gradi, luci ed ombre. Il presente lavoro dà conto di alcune espressioni stereotipate che hanno una particolare frequenza nei tg nazionali e sulle pagine dei principali quotidiani online, ne illustra l’uso e il significato con degli esempi salienti, e ne discute l’eventuale elaborazione fatta dai parlanti verificandone l’occorrenza in un corpus di italiano parlato. L’analisi non intende essere esaustiva, ma vuole mettere in evidenza la buona tenuta della lingua di plastica (secondo la definizione data da Castellani Polidori, 1995) nei mass media, ridimensionando invece la sua penetrazione nel parlato comune. L’indagine, oltre a restituire la sensazione di una moderata (e non pedissequa né esasperata) riproduzione della lingua dei media da parte dei parlanti, conferma la complessità del rapporto tra la TV, i giornali e il pubblico, che non si configura più nei termini di un’influenza unidirezionale.