ÄŒinjenica da je u sestrinstvu zaposleno viÅ¡e žena nego muÅ¡karaca može dovesti do pretpostavke da je ovo ženska profesija, a sam rodno odreÄ‘ujući naziv ove profesije dodatno podupire ...takve stavove. DruÅ¡tvena podjela uloga na ženske i muÅ¡ke možda nigdje drugdje nije toliko vidljiva koliko u sestrinstvu. NetoÄna je pretpostavka da je sestrinstvo oduvijek bilo “žensko†zanimanje, što potvrÄ‘uju povijesni zapisi, a tek je u 19. stoljeću utemeljiteljica modernog sestrinstva Florence Nightingale svojim uvjerenjem da je briga i njega za bolesne rezervirana za žene dovela do feminizacije sestrinstva. Iako je danas broj medicinskih tehniÄara veći negoli u 19. stoljeću, joÅ¡ uvijek se oni na svojim radnim mjestima, ali i u druÅ¡tvu, susreću s brojnim stereotipima.
Il saggio della comparatista e germanista tedesca Ruth Florack, “Ethnic Stereotypes as Elements of Character Formation” (2010) rappresenta un interessante punto di partenza per riflettere nuovamente, ...e diversamente, su una delle questioni narratologiche (oltre che retoriche) più longeve e affascinanti, qual è il Personaggio. A differenza degli approcci narratologici più classici, in questo caso ci si focalizza su una questione già centrale per aree di studio quali l’imagologia, gli studi culturali e gli studi postcoloniali. Si tratta della caratterizzazione del Personaggio attraverso degli stereotipi etnici, nazionali e culturali, oltre che tramite delle strutture imagotipiche di più lunga durata, nelle quali le categorie dell’origine e dell’appartenenza etnico-culturale vengono configurate e col tempo modificate. Se fino all’inizio del XX secolo i ‘caratteri nazionali’ erano stati considerati alla pari di categorie neutrali della descrizione, nel corso della seconda metà del XX tale nozione essenzialistica è stata definitivamente messa in discussione. Ciò non significa, tuttavia, che all’interno di testi narrativi contemporanei non si perpetuino elementi di origine extra-testuale quali gli stereotipi etnici, o, viceversa, che la caratterizzazione e l’agire di singoli personaggi letterari non siano improntati sull’esigenza, nello stesso storyworld, di prendere le distanze da simili stereotipi. Anzi, tali elementi dell’immaginario collettivo vengono, come scrive Ruth Florack, «diffusi e codificati dalla letteratura e dagli altri media, e continuano a venir codificati» all’interno di questi stessi linguaggi, proprio in base al loro statuto (in senso ampio) comunicativo. E dunque, considerando che nel nostro presente – e nonostante le tragedie collettive di cui è stato testimone il XX secolo – è ancora possibile parlare di una vera e propria “epidemia dell’immaginario” (Žižek 1997) in cui l’uso di stereotipi etnici troneggia nella comunicazione dei mass media e della comunicazione politica, è bene che la ricerca letteraria si focalizzi sulla capacità della letteratura di produrre scarti e di prendere le distanze dalle idee dominanti sull’Altro. È bene mettere a punto, affinandone gli strumenti metodologici, una “imagologia del Personaggio” che metta in luce le problematiche dell’appartenenza legate alla dialettica tra etero- e auto immagini, nonché le narrazioni in grado di tematizzare l’ibridazione identitaria, e che riescano a creare, sul piano estetico ma anche etico, un quadro dinamico e (auto)critico.
Il presente saggio, a partire dall’analisi di un corpus di libri di storia per la scuola primaria, vuole comprendere come e quanto le immagini possano essere portatrici di sapere e quanto invece ...possano ingenerare stereotipi e misconoscenze negli alunni. Le pagine dei manuali sono sempre più ricche di elementi iconografici, probabilmente per rispondere alla modalità di apprendimento simultanee e proprie dei ragazzi dell’era digitale. Tuttavia questi elementi non sono autopoietici rispetto al sapere storico, ma richiedono una didattica specializzata per la loro decodifica ed interpretazione. Le immagini, infatti, possono essere utilizzate come fonti, secondo metodologie di ricerca laboratoriale, oppure possono essere mediatori di saperi storici, ovvero strumenti portatori di operazioni significative finalizzate allo sviluppo di competenze. Spesso però negli usi editoriali sono poco significative sul piano cognitivo, non utili al docente per una trasposizione didattica che metta gli alunni nella condizione di pensare storicamente.
In Croatian phraseology, until recently, there has not been a systematic research of gender elements in idioms. Gender has remained almost entirely outside the scope of research interest of Croatian ...phrenologists. In order to fill this gap in the linguistic study of gender, extensive research was conducted into gender-marked idioms, which is presented in this paper. The research included gender-marked idioms of the Croatian language in comparison with Russian idioms as an attempt to show how gender stereotypes appear on the phraseological level in Croatian and Russian and how the concepts of MASCULINITY and FEMININITY are formed in the two languages by using phraseological mechanisms. The results of the research have shown how gender is generally conceptualized as a socio-cultural category and how the concepts of ‘man’ and ‘woman’ are created on established images and stereotypes inherent in the phraseology of these two related languages and cultures that use them. Furthermore, the research has confirmed the assumption of the dominant similarity between the conceptualization of ‘woman’ and ‘man’ in the Croatian and Russian androcentric oriented culture as reflected in phraseology and has shown insignificant differences, conditioned by specific national and cultural stereotypes and the established notions of the gender roles among individuals of both sexes.
U radu se izlažu neki od rezultata istraživanja zasnovanoga na intervjuima sa slijepim i slabovidnim osobama u Zagrebu. Rasprava pokazuje da je iskustvo slijepe osobe u javnim prostorima grada dio ...interakcije između njezina vlastita tijela, fi zičkih obilježja urbanoga okoliša te dominirajućih društvenih diskursa o slijepima. U toj su interakciji društveno i tjelesno uzajamno povezani. U prvome dijelu rada razmatra se prostornovremenska dimenzija mobilnosti slijepih osoba u urbanom prostoru. Analiza je pokazala da gradska struktura, uređenje i infrastruktura, koji su oblikovani primarno za osobe bez tjelesnih oštećenja, utječu na prostorno-vremenske modele kretanja slijepih, što se iskazuje u svođenju kretanja na ograničen broj ruta i u vremenskim ritmovima koji su usklađeni s tijelom, s njegovim limitima i mogućnostima. U drugome se dijelu rad fokusira na stereotipe. Autorica dolazi do zaključka da se u uobičajenim stereo tipima o slijepima: a) identitet slijepe osobe svodi na njezinu sljepoću, b) slijepima se pripisuju neke “neobične” karakteristike, c) podcjenjuje se sposobnost slijepih da samostalno obavljaju svakodnevne stvari, d) nesposobnost osobe da vidi generalizira se u pretpostavku njezine opće nesposobnosti. Pritom se stereotipi, koji tjelesno obilježje prerađuju u društveni imaginarij, materijaliziraju u obliku društvenih prepreka s kojima se suočavaju slijepi. Rezultati rada argumenti su za model invaliditeta koji bi prepoznavao realnost tijela s fi zičkim oštećenjem, a pritom bi osiguravao pravedan i nediskriminatoran društveni okvir u kojem bi se sposobnosti osoba s invaliditetom mogle slobodno realizirati.
Attraverso un'analisi selettiva dei mezzi d'informazione, nazionali e locali, cartacei e on-line, sono state ricostruite le fasi salienti della comunicazione della ricostruzione post-sisma della ...città di L'Aquila, in particolare dal 2012 al 2016, per comprendere le relazioni tra istituzioni, media e opinione pubblica, individuando stereotipi positivi e negativi sul tema. Sono stati esaminati approfonditamente 237 articoli che hanno trattato la ricostruzione e le azioni dell'Ufficio Speciale della Ricostruzione della città dell'Aquila. Assieme all'analisi qualitativa degli articoli, il ricercatore ha raccolto interviste dei giornalisti che hanno seguito le vicende dal 2009 ad oggi.
Il tema dell’emancipazione femminile pone in campo quello della socializzazione all’identità di genere che vede sicuramente nelle agenzie educative primarie, la famiglia e la scuola, i punti di ...riferimento più importanti nella vita di un bambino e di un adolescente. Non va però trascurata una fondamentale agenzia educativa, meno istituzionalizzata, ma non per questo meno importante e pervasiva: quella dei media tradizionali e dei new media. Gli stereotipi di genere sono centrali nelle narrazioni mediali della pubblicità, del cinema, della televisione e ancora di più lo sono nel mondo disincarnato della Rete, dove la loro funzione di ancoraggio gioca un ruolo fondamentale. In questa sede si proverà ad analizzare il ruolo dello stereotipo di genere nel cinema Disney come riflesso di valori sociali e culturali storicamente definiti ma anche la capacità dei lungometraggi disneyani di dar vita a metanarrazioni del mondo sociale in cui progressivamente muta il rapporto tra il genere femminile e quello maschile. Dal primo classico disneyano, “Biancaneve e i sette nani”, distribuito nelle sale nel 1937, al lungometraggio “Oceania” del 2016 si sono avvicendate diverse weltanschauungen rappresentative di particolari valori e molteplici marcatori semiotici delle differenze di genere. L’analisi femminista non ha perso l’occasione di analizzare le eroine disneyane identificando un’evoluzione dei ruoli di genere che riflette quella dei costumi sociali e della cultura popolare.
Študenti s posebnimi potrebami so pomembna manjšinska skupina znotraj študentske populacije, ki jo pogosto spremljajo negativna stališča in predsodki. Ti se neposredno ali posredno kažejo v odnosu ...visokošolskih institucij in njihovih zaposlenih do študentov s posebnimi potrebami. Odnos in posledično vedenje močno vplivata na to, ali bo izkušnja študentov s posebnimi potrebami v visokem šolstvu pozitivna ali negativna, zato je poznavanje stališč in predsodkov ključnega pomena za ustvarjanje celostne slike o študentih s posebnimi potrebami. V prispevku se zato podrobneje ukvarjamo s stališči in predsodki o študentih s posebnimi potrebami, pri čemer se sprašujemo, kakšna so, kako se kažejo, zakaj so pogosto negativna ter katere dejavnike velja upoštevati pri njihovem spreminjanju.
Cilj istraživanja bio je ispitati razlike u stavovima prema starijim osobama, razlike u setovima stereotipa i očekivanjima vezanim uz starenje u skupinama osoba rane i kasne odrasle dobi te utvrditi ...učinke kvalitete i kvantitete kontakta sa starijim ljudima na stav prema starijima. Istraživanje je provedeno na prigodnom uzorku sudionika kasne (n = 96; 60-75 godina) i rane (n = 122; 18-25 godina) odrasle dobi. Prosječna dob sudionika kasne odrasle dobi iznosila je 67,52 (SD = 4,73), a osoba rane odrasle dobi 21,14 (SD = 1,59) godina. Rezultati su pokazali da se dvije skupine ne razlikuju u stavovima prema starijim osobama, odnosno da obje grupe imaju blago pozitivne stavove prema toj grupi. Nadalje, pozitivnija očekivanja »uspješnog« starenja pronađena su u mlađoj skupini sudionika, a sudionici koji imaju kvalitetniji kontakt s bakama/djedovima imali su i pozitivnije stavove prema starijim osobama. Hijerarhijskom klaster analizom ispitani su stereotipi koje dvije skupine imaju o starijim osobama. Pri tome su dobivena tri stereotipa kod sudionika rane odrasle dobi, te četiri u skupini kasne odrasle dobi. Njihovom usporedbom utvrđeno je konceptualno preklapanje tri seta stereotipa koji su s obzirom na sadržaj osobina koje obuhvaćaju nazvani »savršena baka/djed«, »onaj koji uspješno stari« te »susjed«.